Il mercato automobilistico italiano ha chiuso il 2024 con un calo del 4,9% delle immatricolazioni a dicembre, registrando 105.715 nuove auto vendute. Si tratta del quinto mese consecutivo di contrazione, che porta il totale annuale a 1.558.521 veicoli, lo 0,5% in meno rispetto al 2023 e il 18% sotto i livelli pre-pandemia del 2019.
Questo trend negativo evidenzia le persistenti difficoltà del settore auto in Italia, che fatica a recuperare i volumi pre-Covid nonostante gli incentivi governativi. La debolezza della domanda riflette l'incertezza dei consumatori e le sfide legate alla transizione verso la mobilità elettrica.
Stellantis ha registrato un calo del 18,1% a dicembre, con 24.574 auto immatricolate. Tra i marchi del gruppo, spicca il +51,9% di DS e il +31,8% di Alfa Romeo, mentre Fiat segna un -41,2%. Il gruppo Volkswagen ha visto le immatricolazioni scendere del 7,3% a 19.253 unità, con Audi in calo del 17,5% e il marchio VW del 4,7%. In controtendenza Skoda, che cresce del 39,8%. Renault Group ha incrementato le vendite del 5,4%, trainato dal +61% di Dacia, mentre Toyota ha registrato un notevole +30,8%. In flessione BMW (-14,4%) e Ford (-21,3%).
Le auto elettriche pure (BEV) hanno subito un calo del 14,2% a dicembre, con una quota di mercato in contrazione dal 6% al 5,5%. Sull'intero 2024 la penetrazione delle BEV è rimasta stabile al 4,2%. Continuano a crescere le ibride non ricaricabili (+9,9%), raggiungendo una quota del 40,7%. In calo invece le motorizzazioni tradizionali, con il diesel a -20,5% e la benzina a -11%.
L'UNRAE, l'associazione delle case automobilistiche estere, esprime preoccupazione per il mancato raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dalle normative europee. Il presidente Michele Crisci ha dichiarato: "non possiamo accettare che una politica frammentaria e scoordinata, a livello sia europeo sia italiano, si trasformi in un peso economico così penalizzante per i Costruttori".
L'associazione critica la carenza e disomogeneità degli strumenti incentivanti, della fiscalità sull'auto e delle infrastrutture di ricarica, che hanno frenato lo sviluppo delle tecnologie a basse emissioni. Crisci ha inoltre sottolineato "l'inadeguatezza di una politica solo di supporto alla produzione senza una congrua, coerente e continuativa attenzione di sostegno al mercato delle nuove tecnologie".
Il settore automobilistico italiano si trova quindi di fronte a sfide significative per rilanciare le vendite e accelerare la transizione verso una mobilità più sostenibile, in un contesto normativo e di mercato sempre più complesso.