Un indicatore di direzione che non si limita a lampeggiare, ma pulsa, proprio come un cuore. Mazda è da sempre molto attenta alle sensazioni che vengono trasmesse dalle proprie auto, e questa nuova iniziativa ne è la dimostrazione.
Yoshida ha spiegato sulla rivista interna di Mazda Stories, il proprio punto di vista, spinto dalla volontà di portare la filosofia Jinba Ittai, della connessione intuitiva tra auto e guidatore utilizzata nello sviluppo della iconica MX-5, anche sulle altre vetture del marchio. “Volevo infondere un senso di vita nella luce degli indicatori di direzione, una sensazione che manifestasse il concetto di" Car as Art".
Per farlo, il team di ricerca e sviluppo ha utilizzato un elettrocardiogramma per analizzare il battito cardiaco umano e su quello ha plasmato il ritmo di accensione e spegnimento degli indicatori, creando un segnale di svolta che riesce ad esprime il calore che manca alle lampade a LED”. Secondo Mazda, questo tipo di luce aiuta a infondere calma e sicurezza anche nei pedoni.
Questi indicatori di direzione a led sviluppati dalla casa di Hiroshima non hanno eguali al momento, e la tecnologia che li contraddistingue si chiama "Dimming Turn Signals" (DTS). Il lavoro di messa a punto non è stato semplice. Il Team che ha lavorato allo sviluppo della nuova tecnologia, avrebbe voluto installare il concept già sulla Mazda 3, ma i prototipi non avevano tempo di oscuramento abbastanza costanti, quindi Mazda ha dovuto lavorare col fornitore per regolare gli incrementi di 0,01 secondi ciascuno, fino ad ottenere un lampeggiamento che ricorda davvero il ritmo di un battito cardiaco.
La prima auto che ha potuto usufruire di questi nuovi indicatori è la CX-30.
Tanta ricerca e cura dei dettagli sulla tecnologia DTS potrebbe sembrare futile, ma è la dimostrazione di quanto Mazda invece ci tenga a distinguere le proprie auto grazie a dei tocchi personali. Yoshida ha anche affermato di voler contribuire a rendere unico il design Mazda, anche grazie all'illuminazione. Auto a guida autonoma ed elettriche sono certamente ciò su cui punta il mercato, ma non per questo bisogna rinunciare ad un design eccezionale e senza compromessi, che renda le auto del gruppo, assolutamente uniche.