Mario Draghi critica l'Unione Europea sul divieto di vendita di auto a combustione interna dal 2035 durante il suo intervento al Parlamento europeo per la Settimana parlamentare 2025. L'ex presidente della BCE ha evidenziato la mancanza di allineamento tra obiettivi e strumenti nella decarbonizzazione del settore automobilistico.
Draghi ha sottolineato l'importanza di un approccio più pragmatico e meno ideologico nella transizione ecologica. "Per accelerare la decarbonizzazione bisogna allineare strumenti e obiettivi", ha affermato. "Non si può forzare lo stop ai motori a combustione, dicendo a un intero settore produttivo che deve interrompere una grande linea di produzione, e allo stesso tempo non imporre, con la stessa forza, l'installazione di sistemi di ricarica, senza creare le interconnessioni per farlo".
L'ex banchiere ha ribadito quanto già espresso nel suo rapporto sulla competitività dell'UE, definendo l'industria automobilistica "un esempio chiave della mancanza di pianificazione dell'Unione e dell'applicazione di una politica climatica senza quella industriale". Draghi ha invitato ad "abbandonare l'ideologia e adottare un approccio neutrale basato sui fatti".
Un altro punto cruciale del discorso di Draghi riguarda l'attenzione da prestare ai settori tradizionali dell'economia europea. Pur sostenendo la necessità di modernizzare l'economia, ha evidenziato l'importanza di "gestire la transizione per le nostre industrie tradizionali".
Draghi ha sottolineato come, in un contesto geopolitico in evoluzione e con l'aumento del protezionismo, sia diventato strategico mantenere industrie come l'acciaio e i prodotti chimici, fondamentali per l'intera economia e per la difesa.
L'ex presidente della BCE ha enfatizzato la necessità per l'Europa di agire rapidamente, in particolare nel settore energetico. "È diventato imperativo abbassare i prezzi", ha dichiarato. Draghi ha inoltre evidenziato l'importanza della "volontà di cambiare" per difendere i valori essenziali dell'Unione Europea.
Ha criticato l'approccio negativo su questioni chiave: "non si può dire no al debito pubblico comune, no al mercato unico, no alla creazione dell'Unione del mercato dei capitali". Secondo Draghi, l'Europa deve "agire sempre di più come se fosse un unico Stato", con risposte "rapide", soprattutto nel campo delle nuove tecnologie.
In conclusione, Draghi ha sottolineato la necessità di abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare e semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sul capitale azionario. Ha evidenziato come l'Europa abbia il potenziale per agire su larga scala, ma sia ostacolata da barriere interne e da un approccio normativo che ha dato priorità alla precauzione rispetto all'innovazione, soprattutto nel settore digitale.