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La spettacolare Lotus Elise S1 Safari, l'esemplare rialzato creato da Get Lost, passerà presto dal concept alla produzione in serie

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a cura di Tommaso Marcoli

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Negli ultimi anni, il mondo dell'automobilismo sta vivendo una curiosa evoluzione che sfida le convenzioni tradizionali: l'adattamento di vetture sportive e supercar per l'utilizzo fuoristrada. Questa tendenza, iniziata con i modelli iconici come la Lamborghini Huracan Sterrato e la Porsche 911 Dakar, ha ispirato un'ondata di creatività tra appassionati e designer. Tuttavia, tra i vari progetti emersi recentemente, uno in particolare cattura l'attenzione per la sua singolarità e per la figura che si cela dietro la sua creazione: il Project Safari, una Lotus Elise S1 trasformata in un bolide tutto-terreno dalla startup britannica Get Lost.

Fondata dal rinomato fotografo automobilistico George Williams, conosciuto nel settore come GFWilliams, Get Lost rappresenta il tentativo di concretizzare una visione maturata dopo anni trascorsi a immortalare le vetture più affascinanti del panorama automobilistico mondiale. La scelta di partire da una Lotus Elise S1 non è casuale: questo modello, già celebre per la sua leggerezza e agilità su strada, offre una base ideale per una trasformazione radicale che ne preservi lo spirito originale pur adattandolo a contesti completamente nuovi.

La produzione ufficiale del Project Safari è prevista per l'estate 2025, con un prezzo ancora da definire. La particolarità di questo progetto risiede non solo nelle modifiche tecniche, ma nella filosofia che intende conciliare l'emozione della guida sportiva con la libertà esplorativa tipica dei veicoli off-road.

George Williams non è un ingegnere automobilistico di formazione, ma un artista che ha sviluppato una profonda comprensione tecnica delle supercar attraverso il suo obiettivo fotografico. Dopo oltre dieci anni trascorsi a catturare l'essenza di veicoli prestigiosi, ha deciso di passare dall'altra parte, trasformando la sua visione estetica in un progetto tangibile che combina design, ingegneria e puro divertimento di guida.

Il team assemblato per realizzare Project Safari è volutamente eterogeneo: professionisti del motorsport lavorano fianco a fianco con designer e artigiani specializzati, ciascuno contribuendo con la propria esperienza a un progetto che sfida le categorizzazioni tradizionali. L'approccio multidisciplinare si riflette in ogni aspetto della vettura, dalla meccanica ripensata fino ai dettagli estetici che ne ridefiniscono completamente l'identità.

Le modifiche apportate alla Lotus Elise S1 vanno ben oltre il semplice aspetto estetico. Le sospensioni completamente riprogettate consentono un'altezza da terra significativamente maggiore, mentre i cerchi dal design "chiuso" sono stati specificamente sviluppati per affrontare anche terreni sabbiosi. Le gomme tassellate garantiscono trazione su superfici che normalmente rappresenterebbero un ostacolo insormontabile per una sportiva tradizionale.

Particolarmente significativa è l'introduzione di un differenziale autobloccante al posteriore, componente essenziale per garantire motricità sui fondi a bassa aderenza, affiancato da un freno a mano idraulico che consente manovre precise anche nelle situazioni più impegnative. Il motore, sebbene Get Lost non abbia rivelato modifiche sostanziali alla potenza, è stato calibrato per rispondere in modo ottimale anche su terreni accidentati. La sicurezza non è stata trascurata: un rollbar rinforzato protegge gli occupanti in caso di ribaltamento, eventualità remota ma da considerare quando si affronta il fuoristrada con un veicolo non originariamente concepito per questo utilizzo.

Un'estetica che sfida le convenzioni

L'aspetto visivo del Project Safari rappresenta forse l'elemento più sorprendente dell'intero progetto. La trasformazione non si limita agli elementi funzionali come sospensioni e pneumatici, ma ridefinisce completamente l'estetica della Elise S1, introducendo linee più spigolose e fari rettangolari che contrastano con il design originale più arrotondato e organico.

Una presa d'aria sul tetto, elemento tipico dei veicoli da rally, non solo aggiunge un tocco estetico distintivo ma contribuisce al raffreddamento dell'abitacolo durante l'utilizzo intensivo. Gli interni sono stati completamente riprogettati utilizzando materiali di alta qualità come la microfibra tecnica, scelti per la loro resistenza e facilità di manutenzione anche in condizioni di utilizzo estreme.

La carrozzeria, pur mantenendo le proporzioni di base della Elise, presenta appendici aerodinamiche e protezioni aggiuntive che ne alterano significativamente il profilo, conferendole un'immagine decisamente più aggressiva e pronta all'avventura. Il risultato è un veicolo che, pur essendo immediatamente riconoscibile come derivato dalla Lotus Elise, possiede una personalità completamente autonoma.

Per quanto riguarda l'acquisto, Get Lost ha dichiarato che la produzione inizierà nel 2025 e sarà accessibile a tutti gli interessati, anche se non è stato ancora comunicato il prezzo. Un dettaglio importante: sembra che per trasformare la propria auto in un Project Safari, sia necessario fornire una Lotus Elise S1 come base di partenza, rendendo questo progetto particolarmente esclusivo, considerando la relativa rarità del modello originale.

Il Project Safari rappresenta quindi non solo un'interessante esplorazione tecnica, ma anche una riflessione culturale su come il concetto stesso di auto sportiva stia evolvendo nell'era contemporanea, dove la versatilità e l'esperienza di guida assumono un'importanza sempre maggiore rispetto alle pure prestazioni su asfalto. Un esperimento che potrebbe indicare una nuova direzione per il futuro delle sportive di nicchia, sempre più orientate a soddisfare il desiderio di esperienze uniche piuttosto che semplici parametri prestazionali.

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