L'industria dell'auto tedesca tira un sospiro di sollievo?

La vittoria della CDU alle elezioni apre nuove scenari per l'industria automobilistica tedesca, con la promessa rigarantire competitività al settore

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a cura di Tommaso Marcoli

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Nessun colpo di scena: la CDU ha vinto le elezioni in Germania e Friedrich Merz sarà il prossimo Cancelliere della Repubblica federale tedesca. La AFD raddoppia i consensi e diventa secondo partito con una quota di consenso vicina al 20% (quasi un tedesco su cinque). Tutti i pronostici, quindi, sono stati rispettati. Inizia adesso il gioco delle parti per formare una coalizione di Governo che possa garantire stabilità al Paese con la concreta possibilità che la CDU/CSU si allei con la SPD e i Verdi (11,8%). Una nuova coalizione a tre che potrebbe dare una nuova direzione alle politiche industriali tedesche dei prossimi anni. Politiche che, inevitabilmente, riguarderanno anche l'automobile tedesca entrata negli ultimi tre anni in una crisi produttiva ed esistenziale che potrebbe trascinarla verso un punto di non ritorno.

C'è ancora tempo, però, per invertire la rotta e riguadagnare una posizione di rilievo sullo scenario globale anche in termini di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie di mobilità. Magari proponendo una politica che sostenga la concreta innovazione e smonti un apparato legislativo troppo ancorato a un'ideologia che non ha consegnato i risultati sperati sebbene gli ingenti investimenti. Su questo punto la CDU di Fridrich Merz sembra avere le idee chiare: "siamo aperti a nuove soluzioni". Una svolta per la Germania e - probabilmente - per tutta l'Europa. 

Il programma della CDU

Il programma elettorale presentato dalla CDU lascia intravedere un impegno deciso a sostenere investimenti strategici in ricerca e sviluppo e a incentivare la modernizzazione delle infrastrutture necessarie per la mobilità del futuro. Tale approccio, orientato a coniugare il rispetto per la tradizione ingegneristica tedesca con le esigenze di una trasformazione ecologica e digitale, promette di offrire strumenti concreti alle case automobilistiche per affrontare le sfide del nuovo secolo. Le misure proposte suggeriscono la possibilità di interventi mirati, che andranno a supportare la transizione verso tecnologie più pulite e innovative, garantendo al contempo la stabilità occupazionale e l’attrattività degli investimenti nel settore. L’evoluzione della politica industriale in un governo guidato dalla CDU potrebbe tradursi in un rafforzamento della collaborazione tra istituzioni, aziende e centri di ricerca.

 

Tale sinergia risulterebbe fondamentale per stimolare l’innovazione e favorire la nascita di nuove soluzioni tecnologiche, capaci di rispondere alle esigenze di un mercato globale in continua evoluzione. Un impegno concreto su questi fronti potrebbe portare a una revisione delle normative vigenti e a una ristrutturazione delle politiche fiscali, orientate a creare un ambiente favorevole agli investimenti in nuove tecnologie e a una maggiore digitalizzazione dei processi produttivi. In questo scenario, la capacità di rinnovamento dell’industria automobilistica tedesca diventa un elemento chiave per mantenere la leadership nel settore, non solo a livello nazionale ma anche internazionale.

Il nodo delle alleanze

Parallelamente, le possibili alleanze politiche che potrebbero formarsi nel nuovo assetto di governo offriranno ulteriori spunti per orientare le scelte strategiche. La convergenza di visioni orientate sia al libero mercato che alla sostenibilità ambientale potrebbe generare un clima favorevole a politiche equilibrate, in cui le esigenze di innovazione si sposano con la necessità di preservare la tradizione produttiva. Questa dinamica rappresenta un’opportunità per trasformare le sfide attuali in elementi di crescita, stimolando un rinnovamento che, pur mantenendo salde le fondamenta industriali, spinga verso una rivoluzione tecnologica in grado di creare nuovi posti di lavoro e di rafforzare l’intera filiera.

Guardando al futuro, si ipotizza che il settore automobilistico tedesco possa beneficiare di un’accelerazione nella transizione verso soluzioni a basse emissioni, grazie a un sostegno statale mirato che incentivi lo sviluppo di nuove soluzioni di mobilità. Questo significa non solo elettrificazione ma anche adozione di motori a combustione sempre più efficienti e "puliti". Il passaggio verso modelli produttivi più sostenibili non sarà privo di difficoltà, ma l’impegno politico e la capacità di innovazione delle imprese potrebbero permettere una trasformazione graduale e ben pianificata. Il cambiamento comporterà inevitabilmente anche una riconversione delle competenze, richiedendo investimenti nella formazione e nell’aggiornamento professionale dei lavoratori, al fine di garantire che il patrimonio tecnico ed esperienziale accumulato nel corso degli anni non vada perso, ma anzi si evolva per rispondere alle nuove esigenze di mercato. 

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9 Commenti

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C'è solo una cosa da fare: la fine della guerra in Ucraina, e il ritorno del gas russo in Germania. È l'unica speranza per la Germania per tornare a produrre automobili in maniera (più o meno) competitiva. Altrimenti i marchi tedeschi continueranno a svuotare le fabbriche tedesche (e produrranno fuori)
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C'è solo una cosa da fare: la fine della guerra in Ucraina, e il ritorno del gas russo in Germania. È l'unica speranza per la Germania per tornare a produrre automobili in maniera (più o meno) competitiva. Altrimenti i marchi tedeschi continueranno a svuotare le fabbriche tedesche (e produrranno fuori)
Il prezzo dell'energia è un grave problema soprattutto in Germania e Italia
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C'è solo una cosa da fare: la fine della guerra in Ucraina, e il ritorno del gas russo in Germania. È l'unica speranza per la Germania per tornare a produrre automobili in maniera (più o meno) competitiva. Altrimenti i marchi tedeschi continueranno a svuotare le fabbriche tedesche (e produrranno fuori)
E dopo le idiozie di Trump ecco spuntare orgogliosi i putiniani.
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C'è solo una cosa da fare: la fine della guerra in Ucraina, e il ritorno del gas russo in Germania. È l'unica speranza per la Germania per tornare a produrre automobili in maniera (più o meno) competitiva. Altrimenti i marchi tedeschi continueranno a svuotare le fabbriche tedesche (e produrranno fuori)
Spero proprio che non si ritorni MAI al gas Russo, vorrebbe dire non aver imparato NULLA dagli ultimi 3 anni. L'Europa deve essere autosufficiente, soprattutto per quanto riguarda energia e difesa. Dipendere da "altri", che siano democrazie o meno, vuol dire essere "tenuti per le gonadi".
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Spero proprio che non si ritorni MAI al gas Russo, vorrebbe dire non aver imparato NULLA dagli ultimi 3 anni. L'Europa deve essere autosufficiente, soprattutto per quanto riguarda energia e difesa. Dipendere da "altri", che siano democrazie o meno, vuol dire essere "tenuti per le gonadi".
assolutamente, ma il problema è che non abbiamo abbastanza gas noi e se anche ci fosse ci sarebbero i nazigreen ad impedire l'estrazione. Bisognerebbe passare al nucleare ma anche li, tempi eterni e verdi di traverso. Il gas americano è quello liquido ed è costoso ed inquinante. Nel breve e medio periodo siamo fottuti e già ne vediamo le conseguenze economiche.
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assolutamente, ma il problema è che non abbiamo abbastanza gas noi e se anche ci fosse ci sarebbero i nazigreen ad impedire l'estrazione. Bisognerebbe passare al nucleare ma anche li, tempi eterni e verdi di traverso. Il gas americano è quello liquido ed è costoso ed inquinante. Nel breve e medio periodo siamo fottuti e già ne vediamo le conseguenze economiche.
Continui a dimostrare di non aver capito niente, i combustibili fossili SONO un cappio al collo da qualsiasi parte li vai a prendere. La soluzione è passare alle rinnovabili per coprire quanto più possibile la produzione di energia, perché una volta installata una diga, una torre eolica o un campo fotovoltaico dura decenni. Nel privato almeno un terzo della popolazione potrebbe autoprodursi tutta la corrente necessaria, probabilmente anche la metà della popolazione con un po' di sforzo.
Il nucleare che tanto viene sbandierato in Italia utilizza comunque un combustibile che oggi viene estratto e raffinato in pochissimi stati e quasi tutti non occidentali.
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C'è solo una cosa da fare: la fine della guerra in Ucraina, e il ritorno del gas russo in Germania. È l'unica speranza per la Germania per tornare a produrre automobili in maniera (più o meno) competitiva. Altrimenti i marchi tedeschi continueranno a svuotare le fabbriche tedesche (e produrranno fuori)
Stra-vero. La Germania è il paese in europa dove l'energia costa di più. Erano dipendenti dal gas russo, finito quello sono fuori mercato... almeno per marchi generalisti come VW, magari BMW e Mercedes possono permettersi lussi simili.
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Continui a dimostrare di non aver capito niente, i combustibili fossili SONO un cappio al collo da qualsiasi parte li vai a prendere. La soluzione è passare alle rinnovabili per coprire quanto più possibile la produzione di energia, perché una volta installata una diga, una torre eolica o un campo fotovoltaico dura decenni. Nel privato almeno un terzo della popolazione potrebbe autoprodursi tutta la corrente necessaria, probabilmente anche la metà della popolazione con un po' di sforzo. Il nucleare che tanto viene sbandierato in Italia utilizza comunque un combustibile che oggi viene estratto e raffinato in pochissimi stati e quasi tutti non occidentali.
Fotovoltaico e eolico... almeno per produrre il grosso dell'energia. È l'unica strada per emanciparsi dalla dipendenza di Russia e medio oriente (mettiamoci pure gli usa col loro bellissimo gas liquido...). Tra l'altro: noi siamo l'Italia, il paese dove splende sempre il sole... dovremmo essere autosufficenti anche solo col fotovoltaico... non solo, abbiamo talmente tante coste che non dovrebbe essere difficile creare dei discreti parchi offshore...
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Fotovoltaico e eolico... almeno per produrre il grosso dell'energia. È l'unica strada per emanciparsi dalla dipendenza di Russia e medio oriente (mettiamoci pure gli usa col loro bellissimo gas liquido...). Tra l'altro: noi siamo l'Italia, il paese dove splende sempre il sole... dovremmo essere autosufficenti anche solo col fotovoltaico... non solo, abbiamo talmente tante coste che non dovrebbe essere difficile creare dei discreti parchi offshore...
lascia occuparsi di energia chi si occupa veramente di energia va.
A parte il fatto che i pannelli e le pale non crescono sugli alberi, ma te li vende la cina... a parte questo, sarebbe interessante sapere come pensi di far stare in piedi una rete elettrica con due sole fonti che hanno un capacity factor del 17% il fotovoltaico in Sicilia e del 20% l'eolico in Sardegna.
Che vadano costruite non ci piove, che serva anche altro non ci piove ugualmente.
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