Da oggi sono in vigore i dazi provvisori per le auto elettriche cinesi: vi abbiamo già raccontato cosa sono e come cambieranno i prezzi e come avrete già intuito, la questione è molto delicata, tanto che alcuni degli Stati membri dell'UE hanno espresso più volte molti dubbi sull'effettiva efficacia di queste normative.
La Germania è in prima linea su questo fronte, sostenendo che mettono a rischio l'obiettivo dell'Unione di essere carbon neutral entro il 2050; dall'altra parte, Italia, Spagna e Francia sono fortemente a favore dei dazi. Repubblica Ceca, Grecia, Irlanda, Polonia, Belgio e Olanda sono ancora in fase di valutazione o fortemente indecisi sul da farsi, principalmente a causa del peso politico della scelta e sulle conseguenze che può avere sulle elezioni.
La Commissione Europea è convinta che i dazi siano necessari per garantire un mercato equilibrato, che contrasti i prestiti a basso costo e gli altri sussidi che la Cina offre alle proprie case automobilistiche per permettergli di tenere i prezzi molto bassi.
La questione è senza dubbio urgente, anche perché Pechino ha chiesto di rivedere la normativa e molti degli Stati contrari temono delle ripercussioni in altri mercati, come quello del lusso. Nelle prossime settimane la questione sarà sottoposta a un voto consultivo e già in quell'occasione si capirà quanto, effettivamente, i Paesi membri dell'Unione supportino la scelta della Commissione. Dopodiché, a ottobre si voterà in via definitiva per approvare o meno i dazi, una volta concluse le indagini attualmente in corso.