Nel corso di un webinar dedicato alla riforma europea della mobilità, promosso dall’associazione "Fino a prova contraria", il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha fatto sapere che il Governo sta lavorando alla creazione di un polo nazionale per la produzione di batterie che possa integrarsi nella filiera europea per rendere il Paese più autonomo e competitivo. Anche se, lo stesso ministro ha sottolineato che per una vera e propria transizione all'elettrico ci vorranno anni.
Dobbiamo essere realisti, la transizione ecologica non si realizza in un attimo: servono almeno dieci anni. In Italia circolano 13 milioni di vetture euro 0, non possiamo dire alle famiglie: da domani comprate tutti Tesla. Inoltre, se pure da domani avessimo veicoli tutti elettrici, non sapremmo dove ricaricarli, ha dichiarato il ministro.
Non a caso, uno degli obiettivi ritenuti fondamentali da Cingolani è sicuramente quello di dover accelerare sia l'elettrificazione che la penetrazione delle auto elettriche e ibride nel mercato. In tale ottica, è però necessario far crescere la domanda e l'offerta non solo delle macchine, ma anche dell'infrastruttura di ricarica.
Ovviamente ci sarà una fascia della popolazione che potrà permettersi il passaggio all'auto elettrica, e lì dobbiamo attrezzare l'infrastruttura. Questa è la complessità della transizione: una complessità pazzesca dal punto di vista sociale e tecnico, ha ribadito Cingolani.
Inevitabilmente, come dichiara il ministro, la transizione ecologica deve essere giusta e nessuno deve essere lasciato indietro. Bisogna sostenere chi comunque non potrebbe passare all'auto elettrica, aiutare a convertirsi a un mezzo molto più ecologico del vecchio Euro 0 o Euro 1 deve essere dunque una priorità.
Chi oggi ha un'auto diesel Euro 1, comprando una diesel Euro 6 ottiene un grande miglioramento. Di sicuro la transizione verso l'elettrico durerà una decina d'anni e ci saranno delle soluzioni transitorie. Già un passaggio a una macchina nuova Euro 6, che inquina meno, in questo momento dà un fortissimo impulso alla decarbonizzazione.
Nonostante questi siano progetti a lungo termine, nel frattempo è possibile dare forza ai processi di decarbonizzazione agendo sull’attuale parco circolante. Non a caso il ministro Cingolani ha spiegato che in Italia abbiamo un parco di auto private di circa 30 milioni di macchine.
Una dozzina di milioni, forse anche di più, sono auto altamente inquinanti, ossia Euro 0, Euro 1 ed Euro 2. Diciamolo chiaramente: non tutti hanno la possibilità di cambiare l'auto ogni quattro anni. Molti la tengono per tanto tempo e quindi diventa vecchia e inquinante. È chiaro che la transizione elettrica è necessaria e che tutti, domani, vorremmo andare con mezzi elettrici. Però vorrei ricordare che in questo momento un mezzo elettrico familiare di segmento B costa quasi il doppio di un mezzo a combustione interna. Vediamo allora da dove si parte. Oggi abbiamo 10-12 milioni di auto altamente inquinanti: in questo momento, un loro passaggio all'Euro 6 dà già un forte impulso alla decarbonizzazione.
Come accennato, il ministro della transizione ecologica ha inoltre spiegato che il Governo è al lavoro per la creazione di una Gigafactory destinata alla produzione di batterie che possa nei prossimi anni integrarsi nella filiera europea per rendere l'Italia autonoma e competitiva.
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