Il marchio tedesco spera ora che anche la controversia che circonda il suo nuovo modello di abbonamento svanisca dopo le prime perplessità iniziali. BMW ha chiarito il funzionamento di questi abbonamenti e in un’intervista a Bloomberg ha precisato come le abitudini della propria clientela non siano più statiche come in passato, ma molto più dinamiche e inclini al rinnovo. Per questo motivo, i clienti avranno ora la possibilità di testare nuove funzionalità tecnologiche senza impegnarsi con loro a lungo termine, il che potrebbe effettivamente far risparmiare denaro qualora l’accessorio o la funzione non sia di totale gradimento e utilità.
Tuttavia, come con le funzioni di assistenza alla guida dal nome confusionario, BMW sta imparando a proprie spese che una scarsa comunicazione può portare a consumatori scontenti. BMW è stata anche presa di mira per aver tentato di vendere Apple CarPlay con un abbonamento nel 2019 in un momento in cui molte auto entry-level avevano già questa funzione di serie. Ma si tratta davvero di una funzione o soluzione esclusiva di BMW?
Assolutamente no. Volkswagen sta valutando la possibilità di vendere tecnologie di guida autonoma come abbonamento e il marchio vietnamita VinFast è arrivato al punto di proporre in abbonamento il pacco batteria stesso. Se gli abbonamenti prenderanno piede e avranno successo, si prospetta uno scenario piuttosto interessante per le case automobilistiche che dovranno, necessariamente, trovare il giusto bilanciamento.