Prima che il riarmo e la difesa occupassero il tempo e le menti dei Politici, i banchi dei palazzi di Bruxelles erano senza alcun dubbio immersi in un'altra questione: le emissioni inquinanti. Non esiste nessun'altra battaglia che abbia tenuto occupate le sedie dei 27 membri così tanto a lungo e con così tanta energia nella storia recente della Comunità. C'è stato un momento in cui il futuro stesso dell'Europa sembrava realmente ancorato alla necessità d'imporre un cambio di abitudini (sia di trasporto sia di consumo) ai cittadini del Continente costruendo un impianto normativo - ma molto ideologico - che passando dal tappo attaccato alle bottigliette avrebbe raggiunto la sua realizzazione nel 2035 con il previsto bando alla commercializzazione di automobili con motori a combustione. Il condizionale resta d'obbligo considerando le discussioni ancora in atto tra le pretese di restare fermi sul piano originario e le aspettative tanto dei cittadini quanto dei settori industriali coinvolti: i primi sono ancora scettici sulla tecnologia di utilizzo e sui costi d'acquisto, i secondi vorrebbero delle rassicurazioni sul fatto che la concorrenza non comprometta la loro filiera produttiva. Insomma, la transizione energetica è inevitabilmente in atto ma tempi e modi dovranno forse essere messi in discussione. La, quindi, partita è tutt'altro che finita ma qualche risultato dal punto di vista ambientale sembra già esserci. L'Europa, infatti, è sulla buona strada per risparmiare 20 milioni di tonnellate di CO₂ nel corso di quest'anno grazie - anche - alla crescente adozione dei veicoli elettrici. Secondo l'analisi condotta da Transport & Environment (T&E), la transizione verso la mobilità elettrica sta portando a una significativa riduzione delle emissioni di gas serra nel settore dei trasporti, con un calo stimato del 5% rispetto ai livelli precedenti.
Il report evidenzia come l'aumento delle immatricolazioni di veicoli elettrici stia contribuendo a questo risultato. La crescente penetrazione di mercato dei veicoli a batteria, passati da una nicchia a una significativa porzione del parco circolante europeo, rappresenta un cambiamento strutturale nel panorama automobilistico del continente. Oltre alla presenza dell'automobile elettrica, un altro elemento fondamentale che può essere legato alla riduzione delle emissioni è l'assenza di automobili. Dal 2019 il mercato ha perso circa 3 milioni di nuove auto ogni anno.
Lo stato attuale del mercato elettrico europeo
Attualmente, il parco circolante di veicoli elettrici in Europa ha superato i 6,5 milioni di unità, rappresentando circa il 2,8% del totale delle autovetture sulle strade europee. Sebbene questa percentuale possa sembrare ancora relativamente bassa, la tendenza di crescita è inequivocabile e sostenuta da politiche nazionali e comunitarie sempre più orientate alla decarbonizzazione.
Le vendite di veicoli elettrici hanno mostrato un andamento in controtendenza rispetto al mercato automobilistico generale, registrando tassi di crescita a doppia cifra anche in periodi di contrazione complessiva del settore. L'incremento delle infrastrutture di ricarica e l'ampliamento dell'offerta di modelli da parte delle case automobilistiche stanno facilitando questa transizione.
La contrazione del mercato automobilistico post-pandemia
Tuttavia, è necessario considerare un altro fattore determinante nella riduzione delle emissioni di CO₂: la significativa contrazione del mercato automobilistico europeo verificatasi a partire dal 2020. Il volume complessivo delle vendite di automobili in Europa ha subito un forte calo, con una diminuzione che ha raggiunto circa il 25% rispetto ai livelli pre-pandemici del 2019.
Nel 2019, il mercato europeo aveva registrato circa 15,8 milioni di nuove immatricolazioni. Negli anni successivi, a causa della combinazione di fattori come la pandemia, la crisi dei semiconduttori e le tensioni geopolitiche, i volumi si sono ridotti significativamente, attestandosi intorno ai 11,8 milioni di veicoli annui. Questa forte contrazione ha inevitabilmente comportato una riduzione del numero di veicoli a combustione interna immessi sul mercato.
L'effetto combinato sulla riduzione delle emissioni
La riduzione delle emissioni di CO₂ del 5% deve quindi essere interpretata considerando il duplice effetto dell'aumento della quota di mercato dei veicoli elettrici e della generale contrazione delle vendite automobilistiche. Se da un lato l'incremento dei veicoli a zero emissioni rappresenta un cambiamento strutturale positivo, dall'altro la diminuzione complessiva delle nuove immatricolazioni ha contribuito a contenere l'aumento delle emissioni del parco circolante.
Gli analisti stimano che circa due terzi della riduzione delle emissioni sia attribuibile alla crescente quota di mercato dei veicoli elettrici, mentre il restante terzo sia una conseguenza diretta della contrazione generale del mercato automobilistico. Questo significa che, sebbene la transizione verso la mobilità elettrica stia procedendo a buon ritmo, una parte significativa dei benefici ambientali osservati è legata a fattori congiunturali.
Le sfide future per una mobilità sostenibile
La questione che si pone per il futuro è se questa tendenza alla riduzione delle emissioni potrà essere mantenuta anche in uno scenario di ripresa del mercato automobilistico. Se il volume delle vendite dovesse tornare ai livelli pre-pandemici, sarebbe necessaria una penetrazione ancora maggiore dei veicoli elettrici per continuare a ridurre le emissioni complessive.
Le politiche europee, tra cui la proposta di vietare la vendita di nuove auto a combustione interna entro il 2035, mirano a garantire che la transizione verso la mobilità elettrica prosegua a un ritmo sostenuto. Tuttavia, permangono sfide significative legate allo sviluppo delle infrastrutture di ricarica, alla produzione sostenibile delle batterie e all'accessibilità economica dei veicoli elettrici per un'ampia fascia della popolazione.
In conclusione, la riduzione delle emissioni di CO₂ nel settore dei trasporti europeo rappresenta indubbiamente un segnale positivo nella lotta ai cambiamenti climatici. Tuttavia, è fondamentale analizzare questo risultato considerando tutti i fattori in gioco, inclusa la contrazione del mercato automobilistico post-pandemia.
La vera sfida consisterà nel mantenere questa tendenza positiva anche in uno scenario di ripresa economica e di potenziale aumento della domanda di mobilità. Solo attraverso un'accelerazione significativa dell'adozione dei veicoli elettrici e un ripensamento complessivo dei modelli di mobilità sarà possibile raggiungere gli obiettivi climatici che l'Europa si è posta per i prossimi decenni.
La riduzione di 20 milioni di tonnellate di CO₂ rappresenta un passo importante, ma è solo l'inizio di un percorso di trasformazione che richiederà impegno, investimenti e cambiamenti strutturali nel modo in cui ci muoviamo e trasportiamo merci nel continente europeo.
Sarei curioso di sapere quanta CO2 è stata liberata con la Guerra in Ucraina e le centinaia di incendi durati per giorni e giorni per i colpi reciproci alle raffinerie...
Si tratta di milioni di metri cubi di carburanti ed oli combustibili bruciati!
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