L'autostrada tedesca Autobahn è famosa per essere un'autostrada con molti tratti privi di un vero limite di velocità, sezioni che permettono a diversi conducenti di testare a fondo la velocità massima della propria vettura. Ma ora, dopo le recenti elezioni federali tedesche, i piani per stabilire limiti di velocità su tutta la lunghezza della carreggiata si sono riaperti, e anche il pilota di Formula 1 Sebastian Vettel si è dimostrato favorevole.
Secondo Auto Motor und Sport, il quattro volte campione del mondo di Formula 1 ritiene che non avere i limiti di velocità in autostrada sia “una follia”. In una recente intervista, commentando l’esito delle elezioni, Vettel ha dichiarato che spera che il Governo agisca presto per porre rimedio ad una serie di problematiche sociali e climatiche, tra cui il limite di velocità sull’Autobahn.
Anche se Vettel non è estraneo alla guida veloce, visto che corre nella principale serie di motorsport monoposto e possiede una considerevole collezione di supercar, crede che la sicurezza e l'ambiente debbano venire prima di tutto. “Non si tratta di sentimenti personali. Bisogna guardare il quadro generale", ha riferito ad AMS.
“Un limite di velocità (ndr sull’Autobahn) farebbe risparmiare quasi due milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e renderebbe le strade un po' più sicure. Ci sono incidenti in Germania che accadono solo perché non abbiamo un limite di velocità. Per andare al massimo ci sono i tracciati dove è possibile farlo in sicurezza, in strada invece è meglio rispettare i limiti per non mettere in pericolo la vita di tutti”.
E in Italia? Nel nostro paese in più occasioni c’è stata l’intenzione di spostare, per alcuni brevi tratti, il limite a 150 km/h. Una modifica possibile solo in alcune condizioni ovvero nei tratti a tre corsie (più quella di emergenza), con asfalto drenante e con sistemi Tutor installati. Nessuna concessionaria ha mai convalidato il nuovo limite lasciando, di fatti, l’attuale 130 km/h quale velocità massima; una scelta più che misurata soprattutto se si considera l’incremento di emissioni di CO2, l’eventuale rischio e lo stato di alcune nostre infrastrutture.