Nell'ambito della rivoluzione delle auto elettriche, l'Unione Europea si è posta obiettivi ambiziosi, ma un ostacolo significativo rallenta la loro diffusione: l'infrastruttura di ricarica. Mentre il numero di auto elettriche in circolazione continua a crescere, la rete di colonnine di ricarica fatica a stare al passo, e la Commissione europea ha annunciato recentemente un piano di aggiornamento su ampia scala.
Tuttavia, la realtà sul campo è ben diversa dalle prospettive dichiarate. In Spagna, quasi la metà delle stazioni di ricarica Repsol, su 1.600, non sono operative perché non collegate alla rete elettrica. Un problema simile affligge anche la Germania, dove normative locali (come la protezione di un albero o autorizzazioni legate al rumore) impediscono il pieno funzionamento di alcune stazioni di ricarica.
ChargeUp Europe, un gruppo industriale specializzato nel settore della ricarica, ha dichiarato che la Commissione europea riconosce l'ostacolo delle autorizzazioni, ma al momento non ha intrapreso azioni concrete per superarlo.
Lucie Mattera, segretaria generale di ChargeUp Europe, ha affermato ai microfoni di Reuters: “Entro il 2030 le auto elettriche aumenteranno di 10 volte; la rete di ricarica solo di 9 volte”. Questo proprio a causa delle attuali norme che non permettono di recuperare terreno e stare così al passo con lo sviluppo.
La situazione si sta aggravando ulteriormente, con i tempi medi per rendere operative le stazioni di ricarica che sono aumentati da 6 mesi a 2 anni. Il settore chiede un rapido cambio di rotta, con regole europee certe e processi altamente standardizzati per garantire un'espansione efficiente dell'infrastruttura di ricarica.