La Lega si oppone allo stop del 2035, non solo elettriche?

Lega sfida lo stop Ue ai motori termici: proposta al Parlamento per difendere auto a benzina e diesel oltre il 2035 e tutelare l'industria italiana

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

La Lega annuncia una nuova offensiva contro il bando delle auto a combustione interna previsto dall'UE per il 2035. Il partito di Matteo Salvini intende presentare un documento per impegnare il governo italiano a chiedere la revoca del divieto di vendita di veicoli a benzina e diesel.

La mossa arriva dopo la pausa estiva e riaccende il dibattito su un tema caro al Carroccio. Secondo la Lega, lo stop alla produzione di auto termiche "sta già creando gravissimi danni all'economia europea senza alcuna certezza di ottenere miglioramenti significativi dal punto di vista ambientale".

La decisione dell'UE, approvata da Parlamento e Consiglio, prevede la fine delle immatricolazioni di nuove auto a combustione dal 2035. Tuttavia, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha già aperto a possibili revisioni, dichiarando che "lo stop ai motori endotermici dal 2035 richiederà un approccio neutrale dal punto di vista della tecnologia, in cui gli e-fuel e l'elettrico avranno le stesse chance".

"È importante attenersi agli obiettivi, ma anche che la tecnologia sia neutra".

La Commissione dovrà valutare entro il 2026 l'eventuale autorizzazione alla vendita di motori a combustione alimentati da carburanti sintetici. La Lega, però, punta a una revoca totale del bando, indipendentemente da nuove iniziative di Bruxelles.

Il dibattito in Germania

Il partito di Salvini sottolinea come la revoca del bando sia oggetto di discussione anche in Germania, dove le immatricolazioni di auto elettriche hanno subito un crollo significativo (quasi -37%). Il governo tedesco sta valutando nuovi incentivi fiscali per rilanciare il settore.

La battaglia della Lega si inserisce in un contesto di crescente incertezza sul futuro dell'industria automobilistica europea, con implicazioni economiche e ambientali che continuano a dividere l'opinione pubblica e i decisori politici.

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