Il settore dell’automotive sembra ancora in difficoltà e complice la presenza di moltissimi chip all’interno delle attuali e sempre più sofisticate vetture, la risoluzione al problema appare sempre più lontana. Le moderne automobili possono essere considerate come dei computer su ruote e di conseguenza i maggiori produttori sono costretti a rivedere i piani di produzione, arrivando anche a dover interrompere le catene di assemblaggio.
Mentre Nissan, con Ariya, ha dovuto rimandare il debutto ufficiale, altri costruttori si son ritrovati a interrompere temporaneamente la produzione. Nei mesi passati è stato il turno di Land Rover e ora sembra che tocchi a Volvo, più precisamente allo stabilimento di Goteborg in Svezia. A questo proposito, alcuni produttori, per temporeggiare all’assenza dei componenti ed evitare uno stop alla produzione hanno deciso di adottare misure alternative come, ad esempio, l’installazione di tachimetri analogici anziché i più sofisticati (e moderni) sistemi digitali che richiedono una quantità impensabile di chip.
La produzione ripartirà il prima possibile e probabilmente già la prossima settimana; lo stop, dunque, è solo di qualche giorno nell’attesa che il costruttore sia in grado di recuperare i preziosi componenti. Se da un lato questa è sicuramente una buona notizia, dall’altro gli acquirenti saranno costretti ad attendere più a lungo le consegne e il marchio incasserà le vendite in un periodo più prolungato.
Volvo, nel mese di luglio, ha registrato una vendita globale di quasi 57mila veicoli, in calo del 9% rispetto allo stesso periodo del mese precedente. La diminuzione è riconducibile alla riduzione su scala globale delle vendite in Europa e, anche, alle eccezionali prestazioni che il marchio ha ottenuto lo scorso luglio registrando numeri da record. Lo scorso luglio, infatti, i concessionari stavano riaprendo dopo aver superato la pandemia globale e non sorprende di certo sapere che i volumi di vendita abbiano beneficiato di un netto boost in quel periodo.