Kawasaki Heavy Industries ha recentemente presentato un concept che sembra uscito da un film di fantascienza: il Corleo, un robot quadrupede a due posti che promette di rivoluzionare la mobilità in ambienti impervi grazie all'intelligenza artificiale. Questa creazione, che ricorda una sorta di cavallo meccanico alimentato a idrogeno, ha catturato l'attenzione mondiale per il suo design audace e le funzionalità apparentemente rivoluzionarie, anche se la sua realizzazione pratica solleva numerosi interrogativi.
Presentato durante l'anteprima dell'Expo di Osaka Kansai il 4 aprile (non il 1° aprile, come molti hanno sospettato), il Corleo si distingue per la sua propulsione a celle a combustibile a idrogeno, in linea con le tendenze innovative giapponesi. Il suo motore a idrogeno da 150cc genera energia pulita, con acqua come unico prodotto di scarto - un vantaggio significativo rispetto ai tradizionali mezzi di trasporto, inclusi i cavalli reali con le loro inevitabili "emissioni" naturali.
La struttura del Corleo presenta caratteristiche sorprendenti: le zampe posteriori sono dotate di un'articolazione supplementare per migliorare la resistenza agli impatti, mentre gli "zoccoli" biforcuti sono rivestiti di gomma antiscivolo. Il sedile, progettato per accogliere anche un passeggero, si muove indipendentemente dalle articolazioni del robot, offrendo un comfort superiore durante gli spostamenti su terreni accidentati.
Lo schermo antivento suggerisce velocità superiori agli 80 km/h, mentre un piccolo display a colori completa il cruscotto minimalista. Il controllo del veicolo avviene principalmente attraverso il linguaggio corporeo del pilota, con staffe regolabili in lunghezza per adattarsi a diversi utilizzatori.
L'intelligenza artificiale integrata analizza costantemente sia la posizione del robot che quella del pilota, garantendo che quest'ultimo rimanga saldamente in sella durante il movimento. Durante la navigazione notturna, il Corleo visualizza una serie di frecce luminose per indicare il percorso programmato, permettendo al pilota di anticipare le manovre del robot.
I video promozionali mostrano il Corleo impegnato in percorsi off-road estremi, con abilità simili a quelle di un felino nel saltare da una roccia all'altra e attraversare terreni sconnessi. L'AI integrata valuta attentamente i possibili punti d'appoggio e sceglie le opzioni più sicure, rispondendo simultaneamente agli input corporei del pilota.
Nonostante l'entusiasmo generato dalla presentazione, è fondamentale sottolineare che il Corleo, nella forma mostrata nei video, è pura computer grafica. Kawasaki ha effettivamente prodotto un prototipo fisico, ma questo è capace solamente di stare in piedi e assumere alcune pose statiche - ben lontano dalle prestazioni dinamiche mostrate nelle simulazioni.
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L'azienda giapponese presenta il Corleo come un progetto di mobilità in arrivo nel 2050, una tempistica che solleva dubbi sulla sua concreta realizzabilità e sul fatto di vederlo realmente fra 25 anni. Le capacità mostrate nei video promozionali, come i salti acrobatici su terreni irregolari, appaiono attualmente irrealistiche e potrebbero rappresentare rischi significativi per la sicurezza degli utenti in assenza di sistemi di ritenuta avanzati.
Tuttavia, i quadrupedi robotici cavalcabili non sono completamente fuori portata nel futuro prossimo. XPeng, ad esempio, ha già presentato a Bangkok lo scorso anno un "unicorno" robotico cavalcabile per bambini, dotato persino di un braccio robotico a forma di coda capace di sollevare oggetti fino a 3 kg. Con il rapido progresso della robotica quadrupede, veicoli a due posti potrebbero diventare realtà entro il 2030, anche se probabilmente con caratteristiche meno estreme di quelle proposte da Kawasaki.
Il Corleo rappresenta dunque una visione audace ma ancora prematura: un cavallo meccanico ad alta velocità, in grado di saltare crepacci e affrontare terreni accidentati, che richiederà significativi progressi tecnologici prima di poter transitare dal mondo della fantasia a quello della realtà. Nonostante ciò, l'iniziativa di Kawasaki Heavy Industries dimostra come l'industria continui a spingere i confini dell'immaginazione verso nuove frontiere della mobilità personale sostenibile.