Il capo della Cherokee Nation ha chiesto a Jeep di considerare di modificare il nome di uno dei suoi modelli di punta, il Cherokee, in quanto offensivo nei confronti dei nativi americani.
La replica di Jeep non ha tardato ad arrivare, affermando che la compagnia ha scelto i suoi nomi con grande attenzione, e li ha coltivati nel tempo, anche con l’obiettivo di onorare e celebrare il popolo nativo americano per la sua nobiltà, il suo valore e il suo orgoglio.
Non è la prima volta che si verificano episodi di questo tipo e non riguardano solo il mondo automobilistico: solo negli ultimi anni, due grandi squadre professionistiche hanno modificato il proprio nome per evitare di essere accusati di razzismo. La squadra di baseball della città di Cleveland ha annunciato di voler abbandonare il nome “Indians” anche se ad oggi continua a utilizzarlo normalmente, mentre la squadra di football di Washington, conosciuta dai più come Washington Redskins (pelle rossa), ha già rimosso il nome da tutto il materiale che lo riportava, e per il momento si fa chiamare semplicemente ‘Washington Football Team’ in attesa di chiudere un contratto di sponsorizzazione che molto probabilmente cambierà ancora il nome alla squadra.
In replica a Jeep, Chuck Hoskin Jr, capo della Cherokee Nation, ha affermato: “Sono certo dei buoni propositi di Jeep, ma il fatto che il nostro nome sia riportato sulla fiancata di un’auto non ci onora in nessun modo. E’ uno dei nostri valori più cari, fa parte della nostra identità. Se volessimo fare un confronto su chi detenga più diritti e affinità nei confronti del nome Cherokee, il popolo Cherokee sarebbe indubbiamente il vincitore di questo confronto.”
E’ forse la prima volta che la nazione dei Cherokee si esprime in maniera così netta nei confronti di Jeep e del nome utilizzato da decenni dalla compagnia; in passato c’era stato qualche timido tentativo di dialogo, ma nulla che venisse ripreso in maniera così forte dalla stampa internazionale.