Industria automotive alla resa dei conti: "cambiare o chiudiamo"

Borgomeo, leader di Unindustria Cassino, critica le istituzioni e invita il settore industriale a mobilitarsi per affrontare le sfide economiche attuali.

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a cura di Tommaso Marcoli

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Il presidente di Unindustria Cassino, Francesco Borgomeo, lancia un allarme sulla transizione energetica nel settore automobilistico italiano. In un'intervista all'Ansa, Borgomeo ha anticipato la possibilità di una grande mobilitazione degli imprenditori per far sentire la voce del comparto alle istituzioni e chiedere un cambio di rotta.

La situazione nel settore automobilistico italiano è critica. Gli scarsi volumi della fabbrica Stellantis di Cassino, la richiesta di cassa integrazione per Atessa e l'ipotesi di chiusure di impianti in Germania da parte di Volkswagen sono segnali preoccupanti. Borgomeo chiede al governo "strumenti straordinari" per affrontare la crisi, tra cui risorse per gli investimenti, centri di ricerca e una proroga dello stop della cassa integrazione previsto per fine anno.

"Se non si interviene, sarà uno scacco matto: al 31 dicembre si chiudono le aziende", avverte Borgomeo.

L'industria dell'automotive è alla resa dei conti, è richiesto un drastico cambio di rotta.

L'imprenditore critica l'approccio "ideologico" dell'UE che ha portato allo stop alla vendita di motori termici per il 2035. Secondo Borgomeo, il prezzo "industriale, sociale, economico" di questa decisione è altissimo e rischia di far crollare l'intero sistema.

Una proposta alternativa

Gli industriali non sono contrari alla transizione, ma chiedono che sia "più intelligente". Borgomeo illustra una proposta alternativa: "Vogliamo che al 2035 tutto il parco auto europeo sia almeno Euro 6. Ciò porterebbe un miglioramento enorme dal punto di vista delle emissioni e della sicurezza mantenendo in vita una filiera e le fabbriche che nel frattempo si orienteranno verso altro".

Secondo l'imprenditore, lo stop al motore endotermico porterà alla vendita di sole auto elettriche, ma lascerà in circolazione un parco auto vecchio di trent'anni, danneggiando sia l'industria che i consumatori.

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