Il testo del decreto ministeriale relativo agli incentivi auto per l’anno 2022 è stato finalmente approvato, e come sempre la definizione di un testo di legge genera polemiche da parte di chi trova delle mancanze o delle contraddizioni nei testi approvati, e questa situazione non poteva certo fare eccezione: andiamo ad analizzare insieme quali sono i motivi per cui il nuovo decreto è considerato un po’ fallace e sicuramente migliorabile.
Il testo del decreto dimostra innanzitutto di non tener conto delle difficoltà di produzione che il settore sta attraversando: nel decreto sono indicati in 180 giorni il periodo massimo che può intercorrere tra la prenotazione del bonus e l’immatricolazione vera e propria del veicolo, un tempo decisamente troppo poco lungo in questo periodo dove la produzione di automobili è spesso rallentata dagli scarsi approvvigionamenti di materiali – lo abbiamo visto solo pochi giorni fa in riferimento alla Ford Fiesta, la cui produzione procede a rilento a causa della guerra in Ucraina.
Un altro aspetto importante riportato nel testo del Dpcm è relativo ai destinatari del decreto: a differenza di quanto visto in passato, stavolta si punta a supportare soltanto i privati, escludendo quindi la gran parte delle società, anche se alcune riescono comunque a ottenere dei benefici. Solo persone fisiche e società di car sharing, oltre alle banche che operano come intermediari finanziari per supportare i privati nell’acquisto, potranno beneficiare degli incentivi 2022.
Se l’obiettivo di questi incentivi doveva essere quello di favorire la transizione ecologica attraverso il rinnovo del parco auto circolanti, l’obiettivo non si può certo dire centrato: il Dpcm esclude infatti dagli incentivi tutte le forme di noleggio a breve e lungo termine, andando quindi a tagliar fuori circa un terzo del mercato – quello che normalmente è coperto proprio dai noleggi a lungo termine di auto aziendali, che non solo trainano il mercato con macchine di una certa caratura, ma alimentano molto il mercato dell’usato visto l’alto tasso di rinnovo delle flotte aziendali.
Parlando del Decreto appena approvato, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha dichiarato:
"Gli incentivi non sono risolutivi, ma sono uno strumento emergenziale per attraversare un periodo difficile. La pandemia, la carenza di materie prime e la guerra mettono a dura prova anche questo settore. È necessario aprire una riflessione sulla doverosa transizione ecologica che deve essere sostenibile, possibile e non lasciare dietro di sé morti e feriti".
Nonostante il testo del Dpcm sembri incompleto o poco concreto su alcuni temi, a differenza dei decreti precedenti stavolta si è lavorato in un’ottica triennale, per dare un supporto continuativo a un settore che sta attraversando un periodo molto difficile.