Continua la scalata del prezzo dei carburanti ed in Italia vengono raggiunti i livelli record pre-pandemia, il valore medio registrato è di 1,634 euro al litro per la benzina e di 1,495 euro al litro per il diesel. Si tratta, per l’Unione Consumatori, della cifra più alta raggiunta alle pompe di benzina da novembre 2018.
Si tratta di un grande problema, soprattutto in un paese come l’Italia dove più del 80% dei trasporti commerciali avvengono su ruota pertanto è lecito attendere un effetto valanga sul resto dell’economia. Secondo la Coldiretti, l’aumento è destinato a contagiare l’intero settore dal momento che si ridurrà il potere di acquisto degli italiani che avranno meno risorse da destinare ai consumi mentre aumenteranno i costi per le imprese. In particolare, il rincaro maggiore potrebbe colpire il reparto agroalimentare con un’impennata delle spese di anche il 30%.
Ma da cosa deriva questo aumento? Le ragioni sono molteplici, come la ripresa dei processi produttivi e dei commerci dopo la stretta causata dalla pandemia e l’esaurimento delle scorte accumulate con i relativi tagli alla produzione stabiliti dai paesi produttori. Il prezzo di benzina e diesel è legato direttamente al costo al barile; per dare qualche numero, il Brent europeo è passato in un anno da 42 a 76 dollari al barile, mentre il Wti americano è salito da 39 a 75.
Di conseguenza anche i carburanti hanno subito una crescita e si stanno riposizionando su livello che nell’ultimo periodo avevamo dimenticato. A pesare ulteriormente sul prezzo “alla spina” sono le 19 accise e l’iva al 22%, che vanno insieme a coprire oltre il 60% del prezzo del carburante. Dal 1936 al 1966 sono state aggiunte 10 accise e solo negli ultimi anni 9 ulteriori balzelli; la natura di questi tributi è decisamente varia e include finanziamenti alla ricostruzione di aree disagiate, alla cultura e anche all’acquisto di autobus elettrici. Di seguito la lista completa:
- il finanziamento per la guerra d’Etiopia;
- il finanziamento della crisi di Suez;
- la ricostruzione dopo il disastro del Vajont;
- la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze;
- la ricostruzione dopo il terremoto del Belice;
- la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli;
- la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia;
- il finanziamento della missione ONU in Libano;
- il finanziamento della missione ONU in Bosnia;
- il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri;
- l’acquisto di autobus ecologici;
- la ricostruzione dopo il terremoto dell’Aquila;
- il finanziamento alla cultura;
- il finanziamento della crisi migratoria libica;
- la ricostruzione dopo l’alluvione in Liguria e Toscana;
- il finanziamento del decreto Salva Italia;
- la ricostruzione dopo il terremoto in Emilia;
- il finanziamento del bonus gestori;
- il finanziamento del Decreto Fare.