Dopo un richiamo che ha coinvolto quasi 400.000 berline e station wagon della gamma Serie 3, BMW ha annunciato un ulteriore richiamo per altre 1.145 vetture che potrebbero essere affette da un pericoloso difetto dell'airbag. La nuova serie di veicoli interessati include modelli della Serie 3 e modelli più costosi come la Serie 4, la Serie 5, la Serie 6, X3, X5 e M4, tutte dal 2006 al 2011. Al momento il richiamo riguarda esclusivamente BMW USA, ma non è escluso che possa allargarsi anche all'Europa.
Secondo il rapporto di richiamo del NHTSA, queste auto potrebbero essere equipaggiate con un'unità gonfiabile PSDI-X prodotta da Takata. Come nel precedente richiamo, il rischio è che l'unità gonfiabile possa esplodere durante il gonfiaggio dell'airbag, proiettando schegge metalliche verso il conducente e il passeggero, aumentando il rischio di lesioni gravi o mortali.
L'anno scorso, BMW aveva emesso un richiamo per lo stesso problema, ma i consumatori tendono a ignorare i richiami relativi agli airbag. Lo scandalo degli airbag Takata è uno dei peggiori richiami mai verificatisi nel settore, coinvolgendo milioni di veicoli di diversi marchi. Finora, il difetto ha causato la morte di più di 30 persone in tutto il mondo (la maggior parte negli Stati Uniti) e ha portato Takata al fallimento nel 2018.
Secondo il rapporto, BMW ha investigato a lungo sulla questione quando sono emerse informazioni che suggerivano "possibili anomalie" durante un periodo specifico di produzione dell'unità gonfiabile. Nel aprile 2024, il produttore ha dichiarato: "Potrebbero essersi verificate variazioni indesiderate nel processo di saldatura durante l'unione della piastra base e del tappo dell'unità gonfiabile."
Takata era un tempo un importante attore nel settore automobilistico, fornendo componenti per airbag a numerosi marchi, dalla Ford alla Ferrari. All'inizio di quest'anno, Nissan ha emesso un richiamo e ha istruito i proprietari a non guidare le loro auto a causa di airbag Takata difettosi. All'inizio del 2023, Volkswagen ha richiamato oltre 42.000 veicoli per lo stesso problema e poi, infine, Stellantis con il suo maxi richiamo in Europa. Ignorare questi richiami potrebbe avere conseguenze gravi.