Il futuro di Suzuki "non è solo elettrico, avanti con i biocarburanti"
Abbiamo intervistato Massimo Nalli, Presidente di Suzuki Italia, che ci ha anticipato alcune strategie che il costruttore giapponese utilizzerà in futuro
In un contesto in cui l’industria automobilistica europea si trova a fronteggiare trasformazioni epocali, il tema delle normative ambientali continua a dominare il dibattito. Dal 1° gennaio 2025, infatti, entreranno in vigore i nuovi limiti CAFE (Corporate Average Fuel Economy), che imporranno una media di 93,6 grammi di CO2 per chilometro ai veicoli immatricolati in Europa. Questo valore, giudicato da molti addetti ai lavori come estremamente restrittivo, rappresenta una sfida per tutti i costruttori, inclusi quelli che hanno investito in tecnologie sostenibili, come Suzuki.
Massimo Nalli, Presidente di Suzuki Italia, ha recentemente condiviso le sue riflessioni su queste tematiche, evidenziando le difficoltà che l’azienda ha affrontato nel rispettare target sempre più severi. Nonostante una gamma completamente elettrificata e composta da veicoli ibridi, Suzuki ha dovuto rinunciare a modelli iconici come la Jimny e la Swift Sport per via dei vincoli imposti dalla normativa. “È come se due studenti dovessero affrontare un esame con criteri diversi: uno deve prendere 8 per passare, mentre all’altro basta un 5,5”, commenta Nalli, sottolineando come i limiti, seppur calibrati per costruttore, risultino comunque squilibrati rispetto ai volumi e alle caratteristiche tecniche di ogni azienda.
Tommaso Marcoli
Siamo qui con Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia. Grazie Massimo per aver accettato il nostro invito.
Massimo Nalli
Un piacere, grazie a te.
Tommaso Marcoli
Con te parleremo del futuro dell’automobile, e più in dettaglio del futuro di Suzuki. Tra meno di un mese entreranno in vigore i nuovi limiti CAFE in tutta Europa. Per chi non lo sapesse, questi limiti stabiliscono il valore medio massimo di CO2 che ogni costruttore deve rispettare in fase di immatricolazione dei veicoli. Dal 2025, questo limite sarà di 93,6 grammi di CO2 per veicolo, un valore che personalmente ritengo molto basso, inadeguato e ingiusto. Non tiene conto delle differenze tecniche tra costruttori, come ad esempio Suzuki, che produce veicoli leggeri e tutti ibridi. Nonostante ciò, avete dovuto pagare multe significative negli ultimi anni.
Cosa pensi di questi nuovi limiti e quali difficoltà incontrano costruttori come Suzuki per rispettarli? Quali sfide si prospettano a partire dal 1° gennaio 2025?
Massimo Nalli
Anzitutto, è una questione molto tecnica, poco conosciuta. Mi fa piacere che tu l’abbia ricordata. La Commissione Europea assegna un obiettivo medio a ogni costruttore, ma i valori differiscono da uno all’altro. È un sistema che può sembrare ingiusto. Sarebbe come se io e te fossimo compagni di classe, ma tu per passare dovessi prendere 8, mentre io me la cavassi con un 5 e mezzo. Non è esattamente corretto. Questo approccio tecnico ha provocato ripercussioni sul mercato. Suzuki, ad esempio, ha dovuto rinunciare a vetture come la Jimny, che non è particolarmente inquinante ma, per i limiti stringenti assegnati al nostro marchio, rappresentava un problema. È stata una scelta dolorosa, sia per me come appassionato sia per tanti clienti.
Ritengo ragionevole aspettarsi modifiche a questa norma in futuro. L’elettrico da solo non è sufficiente e non è accessibile alla maggioranza delle persone. I clienti lo dimostrano: il 95% delle vendite nel mese di novembre sono state di vetture termiche o ibride.
Tommaso Marcoli
Suzuki continua a produrre una gamma ibrida completa, anzi siete tra i pochi a farlo. Avete anche dovuto rinunciare a modelli iconici come la Jimny e la Swift Sport, una sportiva eccezionale e accessibile. Secondo te, quali correttivi potrebbe adottare l’Unione Europea? Se potessi fare un appello, cosa suggeriresti?
Massimo Nalli
Essendo una norma di origine politica, sarà difficile che venga modificata, perché nessuna forza politica vuole sembrare poco attenta all’ambiente. La speranza è che si introducano cambiamenti salvando il salvabile. Quello che auspico è una pluralità di soluzioni accanto all’elettrico, come i combustibili sintetici, i biocarburanti e l’idrogeno, che possono ridurre drasticamente la CO2.
Tommaso Marcoli
Suzuki è stata pionieristica con le soluzioni ibride e recentemente ha presentato la e-Vitara, che debutterà quest’anno. Pensate di integrare nuove tecnologie di propulsione in futuro?
Massimo Nalli
Certamente. Oltre alla tecnologia elettrica che abbiamo introdotto con la e-Vitara, stiamo lavorando sui biocarburanti, in particolare il biometano, destinato al mercato indiano. In India, Suzuki ha una quota di mercato superiore al 40%, quindi quattro auto su dieci sono Suzuki. Il biometano, ricavato da scorie agricole e zootecniche, promette una significativa riduzione di CO2. Stiamo anche sviluppando prototipi a idrogeno attraverso il consorzio HISE. Uno di questi, un quadriciclo leggero, ha partecipato alla Dakar ed è un esempio delle possibilità offerte dall’idrogeno.
Tommaso Marcoli
Un’ultima domanda: l’ingresso di nuovi limiti di CO2 rischia di compromettere i costruttori occidentali, già sotto pressione per la concorrenza cinese. Crede che questi limiti andrebbero sospesi nel breve termine? Il 2035 è una data credibile o va rivista?
Massimo Nalli
I limiti hanno un senso, ma dovrebbero essere introdotti gradualmente. Vietare completamente una tecnologia come i motori termici entro il 2035 è un errore. L’elettrico può essere una soluzione, ma solo per chi ha le condizioni adatte per usarlo. Sarebbe stato più ragionevole adottare un approccio di neutralità tecnologica, includendo l’idrogeno e i carburanti alternativi.
Tommaso Marcoli
Vedremo come evolverà il quadro normativo nei prossimi anni. Grazie per il tuo tempo e la disponibilità. Speriamo che l’industria automobilistica ritrovi la sua strada senza compromettere posti di lavoro e la sicurezza economica.