Il bollo auto per le auto storiche potrebbe tornare, una nuova stangata per il settore

Una nuova manovra firmata da alcuni partiti potrebbe abolire l'esenzione del bollo auto per le vetture storiche, rischiando di mettere in ginocchio anche il mercato degli appassionati.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Con l’obiettivo di limitare l’inquinamento generato dalle vetture storiche e quindi con cicli di omologazione lontani da quelli odierni, una manovra firmata da PD, M5S e Italia Viva rischia di mettere in crisi un intero settore richiedendo il pagamento del bollo sulle vetture più "anziane". Una proposta che potrebbe lasciare decisamente perplessi, soprattutto se si considera la quantità di vetture storiche attualmente circolanti e i chilometri da esse percorse. Insomma, pagare per 30 anni una tassa di proprietà abbinata a IVA, IPT, accise su ogni singolo rifornimento e via discorrendo, potrebbe non bastare più per lo Stato. L’idea, qualora dovesse passare questa proposta di Legge, è che il bollo possa presto diventare una “tassa per sempre”, una sorta di costante che si troverebbe a pagare qualsiasi automobilista con un’auto “inquinante”.

L’emendamento alla delega fiscale (trovato dai colleghi di Motor1, sempre attenti a questo genere di tematiche), riporta la firma di Silvia Vono (Italia Viva), Patty L’Abbate e Gabriella Di Girolamo (Movimento 5 Stelle), Gianni Pittella e Daniele Manca (Partito Democratico). Nel testo trapela infatti l’intenzione di togliere qualsivoglia esenzione dal bollo auto per le auto storiche, siano esse Ferrari, Porsche, Lamborghini, Alfa Romeo, Lancia o una più semplice Fiat 126 gelosamente custodita per motivi affettivi.

Mentre qualcuno, più abbiente, potrebbe arrivare a coprire l’esborso senza particolari problemi, numerosi appassionati potrebbero trovarsi nella condizione di non poter pagare un ulteriore bollo e rinunciare pertanto al possesso di una vettura storica. Veicolo che comunque verrebbe sottoposto ad un regolare ciclo di tagliandi e quindi generare indirettamente delle entrate (IVA, IRES, IRAP) per lo Stato.

La speranza è che l’emendamento non vada in approvazione e non si arrivi ad una situazione controproducente come quella del Superbollo, recentemente confermato e definito come dannoso dallo stesso MEF. Sicuramente nei prossimi giorni ACI Storico e ASI, organismi che potrebbero anche ridurre la loro attività sul territorio qualora venisse registrata una contrazione del mercato, rilasceranno le loro dichiarazioni e siamo fiduciosi che venga suggerita una controproposta.

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