Il 30 gennaio ci sarà un vertice cruciale per l'auto europea

UE: fissata la data per l'apertura del dialogo. La Commissione Europea annuncia l'inizio delle consultazioni tanto attese, aprendo a nuovi scenari

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a cura di Tommaso Marcoli

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Il 30 gennaio prenderà il via il "Dialogo strategico" promesso dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen al settore automobilistico. L'incontro, presieduto dalla stessa von der Leyen, mira a definire un piano d'azione industriale per affrontare la crisi del comparto e rispondere alle richieste dei costruttori.

L'obiettivo principale è elaborare misure da includere nel Clean Industrial Deal, atteso per il 26 febbraio. I tempi sono stretti, ma il vicepresidente della commissione con delega all'Industria, Stéphane Séjourné, ha assicurato che Bruxelles fornirà le "prime risposte entro 40 giorni".

Il commissario responsabile dei Trasporti, Apostolos Tzitzikostas, avrà il compito di sviluppare il piano d'azione basandosi sulle discussioni emerse durante il confronto. Tra le richieste dei costruttori figurano il congelamento delle multe per lo sforamento dei limiti alle emissioni e l'anticipazione della clausola di revisione del regolamento che impone lo stop alla vendita di auto a combustione interna nel 2035.

Diversi governi europei, tra cui quello italiano, stanno esercitando pressioni per ottenere risposte concrete. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso incontrerà i vicepresidenti della Commissione e altri funzionari UE il 21 gennaio per discutere del "non-paper" elaborato da Roma e sostenuto da altre cancellerie europee.

Anche il Partito popolare europeo si è unito alle richieste di cancellare divieti e vincoli, promuovendo invece una politica di decarbonizzazione basata sulla neutralità tecnologica. Queste pressioni evidenziano l'urgenza di trovare soluzioni condivise per il futuro dell'industria automobilistica europea.

4 Commenti

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C'è solo una cosa da fare con quei lobbisti UE: non votare.
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Poveri poveri costruttori, dopo decenni di produzione di auto in Cina a costi infami per vendercele a costi proibitivi distruggendo così l'industria UE in concomitanza con l'UE, fatturando solo per gli Agnelli 12 miliardi di €, pretendono cosa dai lobbisti UE? Detassazioni? Che pagheremo noi. Incentivi? Che pagheremo noi. Costo del lavoro ribassato? Siamo in CIG d anni. Ma poi Urso, suvvia. In ogni modo tutti i grandi marchi dell'auto UE sono cinesi e sono tutti già FALLITI. Comunque la strada dell'elettrico è lastricata dal carbone cinese.
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Patetici. I cinesi non aspettano altro.
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