Il progetto europeo ICT4CART, che vede il coinvolgimento di aziende, istituzioni di ricerca e università di nove Paesi fra cui l'Italia, punta a sviluppare un'architettura ICT che assicuri ai veicoli a guida autonoma connessioni sicure e condivisione dei dati con l'ambiente circostante. Insomma, una piattaforma condivisa che crei un ambiente smart compatibile con il traffico tradizionale e non solo.
Il coordinamento dell'iniziativa, finanziata dalla Commissione UE con quasi 8 milioni di euro grazie al piano Horizon 2020, fa capo alla Grecia, ma l'Italia può contare la partecipazione del Centro Ricerche FIAT, Wind Tre, Swarco Mizar, Fondazione Links, il Comune di Verona e l'Autostrada del Brennero - questa ultima prevede uno dei primi corridoi 5G europei.
La questione di fondo è che se da una parte le infrastrutture raccolgono già una gran quantità di dati (traffico, inquinamento, densità veicolare, etc), dall'altra le auto a guida autonoma sono destinate a fare altrettanto considerata la sensoristica integrata. L'ideale sarebbe mettere a fattore comunque questa mole di informazioni nella modalità più sicura.
"Se i veicoli automatizzati e connessi vanno sulle nostre strade in modo scoordinato senza il supporto dell'infrastruttura di informazione e comunicazione, la fluidità del traffico ne risentirà, peggiorando la situazione attuale per quanto riguarda congestione e emissioni, e persino aumentando il rischio di incidenti", sostiene Angelos Amditis dell'Istituto di comunicazione e sistemi informatici della Grecia, coordinatore del progetto ICT4CART.
"Il passaggio a un trasporto a basse emissioni di carbonio e più efficiente dipenderà dalle nuove tecnologie e da una migliore connettività per facilitare la circolazione dei veicoli automatizzati, consentendo una loro agevole integrazione nel traffico esistente e, a lungo termine, riducendo la congestione e aumentando la fluidità del traffico".
Il primo obiettivo di ICT4CART è di affrontare il tema della affidabilità, disponibilità e ridondanza delle tecnologie di comunicazione, sia in relazione all'attuale 4G che la 5G e l'ETSI Intelligent Transport System G5 – il sistema che abiliterà il dialogo fra veicoli e con infrastrutture.
Insomma, si parla di soluzioni di comunicazione ibride per di più supportate da un ambiente IT cloud per lo scambio e gestione dei dati, analisi in tempo reale, protezione della privacy e potenziali nuovi modelli di business.
Le prime sperimentazioni avverranno in Italia, Austria e Germania. Si parla della gestione delle comunicazioni nelle fasi di attraversamento dei confini nazionali e quando le condizioni ambientali diventano difficili (parcheggi sotterranei o aree urbane ad alta densità di traffico). Inoltre sarà affrontato il tema della gestione di situazioni critiche per le auto autonome in presenza di dati provenienti da altri veicoli e sistemi di monitoraggio del traffico.
"Un'architettura di rete flessibile, basata sullo slicing, consentirà la specializzazione e l'isolamento di diversi tipi di applicazioni con requisiti di prestazione diversi, permettendo ai servizi di tenere conto delle esigenze di diversi utenti e circostanze rilevanti, sia per migliorare il comfort degli occupanti dei veicoli, che per evitare la congestione o garantire la sicurezza stradale", conclude Amditis. "Oltre all'infrastruttura di comunicazione, l'ambiente IT consentirà a provider di terze parti come gli sviluppatori IT e di applicazioni di offrire servizi commerciali innovativi e creare quindi nuove opportunità di business nell'ecosistema".