Quando si affronta il tema della mobilità elettrica, emergono spesso dibattiti che spaziano tra varie tematiche legate alla tecnologia e al futuro dei trasporti. Le auto elettriche stanno vivendo una fase di continua crescita ed espansione, con notevoli investimenti (sia di tempo che di denaro) che riguardano l'intera infrastruttura. Una crescita che, al momento quanto meno, non è misurabile in nessun'altra tecnologia di alimentazione.
La scorsa settimana abbiamo lanciato un sondaggio dedicato a questo argomento, chiedendo ai nostri lettori di esprimere un parere chiaro in merito. La maggioranza dei partecipanti ha indicato che il futuro è nell'idrogeno (51%), seguito dalle auto elettriche (31%), eFuel (10%) e HVO (8%). Ma sarà davvero così?
Prima di focalizzarsi sul tema principale è bene fare un ripasso su eFuel e HVO, due carburanti "green" che sono già ad oggi disponibili seppur in quantita anche molto misurate.
Gli eFuel sono prodotti attraverso una combinazione chimica di idrogeno e anidride carbonica. L'idrogeno viene generato tramite elettrolisi dell'acqua, un processo che richiede una considerevole quantità di energia elettrica e di acqua. Per garantire che i carburanti sintetici siano effettivamente a emissioni zero di CO2, è essenziale che questa elettricità provenga da fonti di energia rinnovabile, come l'energia solare, eolica, geotermica, idrica o dalle maree. Si tratta di un'importante considerazione da tenere presente per valutare l'impatto ambientale complessivo degli eFuel.
I biocarburanti, come il bioetanolo e il biodiesel, sono prodotti dalle biomasse, ovvero dagli scarti di materia organica derivanti dalle piante e dagli animali. Per la produzione delle biomasse vengono impiegati gli scarti dell'industria agroalimentare, i rifiuti organici urbani, le ramaglie verdi provenienti dalle attività agricole e forestali, i residui della legna da combustione e altre fonti simili. I biocarburanti sono considerati "virtualmente" carbon neutral perché, quando vengono utilizzati per alimentare i motori termici, rilasciano nell'atmosfera l'anidride carbonica già presente nella biomassa di partenza. Questa anidride carbonica, a sua volta, è stata precedentemente assorbita dall'atmosfera e fissata nella materia organica attraverso il processo di fotosintesi svolto dalle piante.
Cosa possiamo aspettarci in futuro?
La questione dell'utilizzo dell'idrogeno come combustibile per le automobili del futuro continua a dividere opinioni e generare dibattiti accesi. Mentre alcuni si mostrano ottimisti riguardo alle potenzialità dell'idrogeno nel processo di transizione del settore automobilistico, altri ritengono che l'elettrico sia l'unica strada da percorrere.
Questa divisione non riguarda solamente la sfera politica, ma coinvolge anche le aziende e i produttori del settore, i quali sembrano avere visioni completamente contrastanti sull'argomento. Alcuni produttori, come Toyota e BMW, credono fortemente nell'idrogeno, altri invece (praticamente la maggioranza) sostengono che l'elettrico sarà l'unico vero futuro, esprimendo un'opinione più cauta o addirittura scettica riguardo alla sua effettiva efficacia e sostenibilità nel lungo termine.
Come mai? L'idrogeno come combustibile per le auto è spesso presentato come una soluzione ecologica, poiché le auto a idrogeno emettono solo goccioline d'acqua. Tuttavia, al momento, la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili, nota come idrogeno verde, non è ancora competitiva in termini di costi. Inoltre, non è chiaro quando l'idrogeno diventerà economicamente vantaggioso rispetto all'idrogeno ottenuto da fonti fossili.
Va anche considerato che l'infrastruttura per la distribuzione di idrogeno è ancora poco sviluppata, rendendo difficile il rifornimento. Inoltre, il processo di produzione, stoccaggio e trasporto dell'idrogeno comporta notevoli perdite di energia lungo la catena di approvvigionamento, e richiede misure straordinarie di sicurezza, specialmente in caso di danni ai serbatoi.
Considerando queste sfide, è difficile immaginare che l'idrogeno possa diventare la soluzione predominante per la mobilità del futuro, come abbiamo constatato durante la prova della Hyundai Nexo. Al contrario, l'elettrico sembra essere più avanti in termini di infrastruttura e investimenti, offrendo un'alternativa più pratica e conveniente per molti utenti.
Tuttavia, l'idrogeno potrebbe trovare un suo spazio in settori specifici, come l'industria dell'acciaio e il trasporto pesante, dove le sue caratteristiche possono essere vantaggiose. La creazione di mercati per l'idrogeno dipenderà dalla domanda e dalla sua competitività economica rispetto alle tecnologie esistenti, come quella elettrica, che sono già ampiamente adottate e disponibili per i consumatori.