La prima reazione ai dazi di Trump arriva da Hyundai. Il marchio coreano ha raggiunto negli Stati Uniti un punto cruciale con l'inaugurazione del nuovo stabilimento Metaplant America in Georgia. Il gruppo automobilistico coreano, proprio mentre Donald Trump annunciava dazi del 25% sulle importazioni di veicoli esteri, ha svelato il completamento di questa fabbrica che rappresenta il culmine di un investimento da 12,6 miliardi di dollari annunciato nel 2022. Situato a Ellabell, l'impianto è destinato a diventare un centro nevralgico per la produzione dei marchi Hyundai, Kia e Genesis, segnando il più significativo progetto di sviluppo industriale mai realizzato nello stato della Georgia.
La tempistica dell'inaugurazione non potrebbe essere più emblematica, arrivando proprio mentre l'amministrazione Trump rilancia la sua politica protezionistica. La nuova fabbrica, concepita inizialmente per una produzione annua di 300.000 veicoli, vedrà un'espansione significativa della sua capacità produttiva, raggiungendo il mezzo milione di unità all'anno grazie ai nuovi investimenti. Il piano di espansione va ben oltre la sola Metaplant. Il gruppo Hyundai ha infatti annunciato ulteriori stanziamenti per 21 miliardi di dollari sul territorio statunitense, di cui 9 miliardi saranno dedicati all'incremento della capacità produttiva complessiva dei suoi marchi fino a 1,2 milioni di veicoli annui.
L'impegno di Hyundai sul territorio americano non si limita alla produzione di veicoli. Hyundai Steel, divisione specializzata nella produzione di componenti in acciaio, sta valutando l'apertura di un nuovo stabilimento negli Stati Uniti, rafforzando ulteriormente la presenza del gruppo nel paese. Le ricadute occupazionali previste sono notevoli: oltre ai 14.000 posti di lavoro diretti che verranno creati entro il 2028, si stima che l'indotto genererà più di 100.000 opportunità lavorative indirette. Un contributo significativo all'economia locale che potrebbe rivelarsi una mossa strategica per mitigare le tensioni commerciali con l'amministrazione americana.
La decisione di potenziare la produzione locale rappresenta una risposta pragmatica alle politiche protezionistiche, consentendo al gruppo coreano di aggirare i dazi sulle importazioni e rafforzare la propria posizione nel mercato nordamericano, uno dei più competitivi al mondo.