Chi vi scrive è motociclista da più di vent’anni, sono passato da supersportive a naked, scooter, touring e ho avuto anche un’Harley, un’esperienza che definirei “tiepida”, considerando che passare da una supersportiva da più di duecento cavalli a una custom che predilige altre caratteristiche non è stato indolore. Non mi posso definire “harlista convinto”, ma devo dire che nella Sportster 1250 S ho ritrovato tutto quello che cerco in una moto sportiva, o quasi, abbinato al fascino intramontabile di guidare un’Harley.
Vediamo quindi quello che mi è piaciuto e quello che mi è piaciuto meno della Sportster 1250 S.
Cosa ci convince
Il design muscoloso
Dico sempre che non voglio soffermarmi molto sul design, è un fattore soggettivo e di conseguenza ognuno di noi può avere un giudizio molto personale. Per la Sporster S non si può però a meno di notare che a colpo d’occhio non sembra una classica Harley-Davidson, o quantomeno il dubbio viene. Se tuttavia non siete legati al design classico, in cui Harley sta cercando d’introdurre piccole variazioni, non solo con la Sportster S, probabilmente vi piacerà. Personalmente lo adoro, dal faro anteriore alla ruota posteriore che sporge tantissimo, alla ruota anteriore grande, enorme, che s’intravede dalla posizione di guida ed è… massiccia. Anche il portatarga posteriore, non un esempio di design raffinato, ma che tutto sommato, nel complesso, si fa perdonare.
Insomma, se non vi piacciono le Harley-Davidson, questa Sporster potrebbe piacervi perché è qualcosa di diverso.
La potenza
Il Revolution Max 1250 T, questo è il nuovo motore Harley, è in grado di generare 121 cavalli con una coppia massima di 127 Nm a 6000 giri, numeri importanti che spingono forte, nonostante i 221 kg a secco. Se confrontiamo i numeri di potenza e coppia, e li raffrontiamo con il peso, il rapporti che otteniamo sono migliori, o quantomeno non sfigurano rispetto quanto sono in grado di fare molte sportive.
Non sono solo numeri sulla carta, si sentono quando siete in sella e aprite l’acceleratore. La mappa “road” permette un’erogazione corposa, ma che spinge a mantenere una guida rilassata. Quando si apre l’acceleratore non si è spinti a tirare fino e oltre i 6000 giri, proprio perché si sente sì l’accelerazione e la corposità della progressione, ma è chiaro come l’elettronica stia “soffocando” le vere prestazioni del Revolution Max. Tuttavia è una guida più classica, uniforme, controllata e che permette di guidare rilassati, anche aprendo con forza l’acceleratore.
In mappa “sport” la Sportster S è una moto sportiva, punto. La prima volta che ho spalancato l’acceleratore quasi finivo giù dal sellino. Non è qualcosa che ti aspetti. Anche dopo una settimana di guida sono certo di non aver ancora provato le massime prestazioni di questa moto. In ogni caso la spinta e la coppia, su una moto di questa stazza, e il modo in cui la scarica subito a terra è veramente convincente.
I consumi
In base allo stile di guida riuscirete a percorrere tra i 16 e i 20 chilometri al litro, un buon risultato considerando i dati tecnici del motore. Anche dandoci dentro in mappa sportiva avrete dei consumi accettabili.
La dotazione avanzata
Sportster S ha alcuni accessori di base che la rendono ancora più godibile, come il cruise control e un sistema di diagnostica avanzato. C’è anche la predisposizione per le manopole riscaldate, che costano all’incirca 300 euro.
Il cruise control si può attivare sopra una velocità di 60 km/h e si comanda facilmente da un paio di pulsanti sulla manopola sinistra. Il sistema di diagnostica avanzato permette di fare un check delle funzioni della moto e restituire un codice di errore nel caso qualcosa non funzionasse a dovere. Per chi è dedito al fai da te è chiaramente un grande vantaggio, ma in ogni caso permette di effettuare operazioni di service più velocemente.
Da citare, anche se non si tratta di dotazione avanzata, il selettore delle mappa di guida (road, sport e wet), che si attivano velocemente con un tasto, in ogni momento, anche in corsa e senza dover chiudere l’acceleratore o fare altre azioni, nonché le frecce che si disinseriscono in maniera automatica dopo la curva.
L’infotainment
Proseguendo sul capitolo dotazione, devo citare il sistema di infotainment avanzato, perché non si tratta di un semplice quadro strumenti ma di un vero infotainment. Questo è un’altra novità che non ti aspetti da Harley-Davidson, non perché non ci sia fiducia nell’azienda in termini di sviluppo tecnologico, ma perché siamo davanti a un’altra rottura con il passato che pone Harley un passo avanti a molti altri brand.
Il quadro strumenti è in realtà uno schermo LCD da 4 pollici, e fino a qui nulla di strano, ma è possibile connettere alla motocicletta lo smartphone tramite bluetooth e anche un paio di auricolari. Tramite gli auricolari è possibile ascoltare la musica presente nello smartphone o tramite un servizio di streaming e comandare la riproduzione con una pulsantiera presente vicino alla manopola destra. Potrete regolare il volume e la riproduzione, tutto comodamente mentre state viaggiando. Ovviamente Harley non vuole mettere in pericolo la vostra percorrenza, il volume massimo è infatti tarato in maniera tale che non possa mai diventare un pericolo. Ho provato ad abbinare un paio di auricolari con ANC, infilati sotto al caso e con cancellazione del rumore attiva. Il volume massimo (regolabile su 15 livelli) non è mai stato tale da non permettermi di sentire qualche pericolo attorno a me.
Oltre alle informazioni di guida, un’altra funzione fenomenale è la possibilità di usare lo schermo del quadro strumenti come mirror per la navigazione. Basterà scaricare l’app HD sul proprio smarthone, entrare nell’apposita sezione di navigazione satellitare, impostare la destinazione e selezionare il menù di navigazione sulla moto. Ora avrete la mappa sul quadro strumenti con tutte le indicazioni. Fantastico!
L’ho provata in varie situazioni, l’ho trovata utilissima ma non perfetta. Prima di tutto il livello di zoom è limitato, quindi se vi trovate in un contesto urbano non sarà chiarissima la strada che dovrete seguire. Tuttavia se vi affiderete anche alle informazioni testuali, cioè dove girare e dopo quando, riuscirete a navigare senza problemi. In un paio di occasioni, soprattutto vicino a palazzi molto alti, il segnale GPS è stato disturbato e abbiamo notato che la nostra posizione si spostava in maniera casuale sulla mappa, per poi tornare dopo un secondo sulla strada corretta. Il quadro strumenti, cioè lo schermo LCD si vede perfettamente, in tutte le situazioni di luminosità, dalla notte al giorno in pieno sole.
Cosa non ci convince
Gli scarichi
All’inizio gli odiavo, ho passato giorni a chiedermi come HD potesse aver rovinato un design del genere con un paio di scarichi enormi, diritti, ingombranti e brutti. Dopo qualche settimana non mi piacciono ancora, ma li odio meno. Hanno un loro diritto di esistere nel design originale, tuttavia sono ancora certo che si poteva fare di meglio.
Il sound
Collegato agli scarichi, ma soprattutto alle limitazioni dell’omologazione Euro 5 c’è il sound. Alcuni produttori, come Ducati, sono stati in grado di non perdere il sound originale nonostante le limitazioni dell’Euro 5, mentre Harley non c’è riuscita. Il classico sound “po-ta-to”, che derivava non solo dallo scarico ma anche dal motore V-Twin originale, purtroppo è scomparso, sostituito da un sound che non saprei definire. Corposo ma non troppo, sportivo ma non troppo, qualcosa di indefinito. Dal vivo è certamente migliore rispetto a quello che si può sentire da un’audio di un video, ma certamente non è quello che ci si aspetta. Peccato.
La personalizzazione limitata
Potreste dire che il problema del sound si risolve con uno scarico aftermarket, tuttavia non è proprio così, almeno non ancora. Il mercato delle personalizzazioni, che per HD è vastissimo, non include ancora la Sportster S tra i modelli maggiormente supportati. Le scelte sono ancora limitate, e quello che c’è, tra cui gli scarichi, non permettono di ripristinare il sound originale fino in fondo. È qualcosa con cui bisogna convivere, almeno finché questo modello non prenderà piede tra gli appassionati.
Il riscaldamento
Il grosso Revolution Max scalda, e lo scarico proprio sotto alla coscia destra non migliora la situazione. Nonostante esistano situazioni peggiori, abituatevi ad avere una stufetta pronta a riscaldarvi ogni volta che sarete fermi a un semaforo.
I freni
Soprattutto quelli anteriori, con il singolo disco, nonostante le dimensioni generose, sono un po’ sottodimensionati. Non sto dicendo che si creino situazioni di pericolo, ma che bisogna tarare bene la propria mano e piede destro ed essere pronti a pigiare con decisione le leve dei freni, più di quello che si pensa di dover fare. Certo una soluzione frenante più aggressiva avrebbe restituito più fiducia.
Come si guida
Come al solito dedichiamo un capitolo alla sensazione di guida, anche se molto ho già detto precedentemente. Guidare Sportster 1250 S è un mix di sensazioni, tutto quello che comunica un’Harley non si è perso, anzi è ben presente. La muscolarità nella progressione, la presenza ingombrante nella carreggiata che ci fa progredire con tranquillità ma decisione, la sensazione di essere seduti su una moto ben piantata a terra, con questo gommone anteriore che ci comunica qualcosa difficile da descrivere a parole. Siamo noi, la nostra Harley, la strada, e tutto quello che c’è attorno a noi non c’importa. Ma dall’altra parte c’è il potente Revolution Max e la sicurezza che se apriamo l’acceleratore, soprattutto in mappa Sport, siamo pronti ad affrontare qualsiasi sfida. Forse non sarà così in termini di velocità di punta, ma per quanto riguarda l’accelerazione abbiamo moltissimo margine su cui contare. Questo è il modo in cui si affronta la strada con Sportster S, ed è una bella sensazione, fidatevi.
Non per questo Sportster S non è agile nel traffico, infatti lo è più di quanto potreste immaginare. Ovviamente le curve si fanno diversamente rispetto una sportiva, ma una volta presa confidenza si riesce a piegare abbondantemente in curva e sorpassare il traffico senza particolari problemi.
Il manubrio ci spinge ad avere una posizione di guida avanzata, con la schiena un po’ curva, ma è anche possibile raddrizzarsi e guidare più rilassati. Non c’è alcun carico sulle braccia, mentre le pedane avanzate, per alcuni, saranno un po’ troppo. È possibile modificarle e avere una posizione media, un po’ più ravvicinata al corpo, che aiuta anche all’inserimento delle marce. Il cambio è duro, serve decisione, soprattutto tra la prima e la seconda (Harley, già che c’eri avresti potuto mettere un cambio elettronico). Un po’ di gas tra una cambiata e l’altra addolcisce l’inserimento delle marce.
Insomma, è un’Harley, potente, si guida come un’Harley e piacerà anche a chi non ha mai guidato una moto custom.
Chi dovrebbe acquistarla
Sportster S è una moto che divide, e che probabilmente piacerà a chi guarda da lontano il mondo HD. Per me è la moto perfetta per chi non ha più voglia di correre su moto super sportive, è alla ricerca di una moto con cui godersi il viaggio in perfetto stile custom, ma che vuole avere quella potenza a portata di manopola che risveglia le vecchie emozioni. Sporster S mantiene inalterato lo stile Harley-Davidson, ma lo fa in chiave moderna, portando anche un infotainment da prima della classe, su una due ruote entusiasmante. E non costa nemmeno tantissimo, considerando lo stile e quello che offre. Nel momento della pubblicazione di questa recensione il prezzo di listino è di 17.500 euro, con l’opzione delle colorazioni “White Sand Pearl” o “Mineral Green Metallic” al sovrapprezzo di 300 euro. Ma nera è bellissima.