A ciascuna delle principali case automobilistiche è stato assegnato un punteggio in base a fattori quali la decarbonizzazione della catena di approvvigionamento, le vendite nel 2021 di veicoli a emissioni zero, l'eliminazione graduale dei modelli a combustione e la riduzione delle risorse e l'efficienza. Toyota si è classificata ultima, seguita da Honda e Nissan. Il punteggio non sorprende, soprattutto se consideriamo che bZ4X è l’unica elettrica di Toyota in vendita negli Stati Uniti; GM, dal canto suo, vanta invece già due vetture elettriche e ne arriveranno di nuove già nei prossimi mesi. L'organizzazione ambientale ha chiesto a tutte le case automobilistiche di accelerare lo sviluppo dell'acciaio a zero emissioni di carbonio e di acquistare acciaio a basso tenore di carbonio. Per Greenpeace, un rimedio veloce sarebbe quello di produrre meno SUV, in quanto richiedono fino al 20% di acciaio in più rispetto ad una berlina più tradizionale.
Nessuna delle dieci case automobilistiche prese in esame ha un obiettivo specifico di decarbonizzazione dell'acciaio, sebbene rappresenti oltre il 50% del peso della vettura. E il resto della classifica? Il gruppo VW è in cima, seguita da Mercedes grazie anche alla graduale rimozione dei suoi propulsori V8, e da Ford. Hyundai/Kia, Renault e Stellantis occupano rispettivamente la quinta, sesta e settima posizione nella classifica di Greenpeace. Greenpeace ha affermato che, sebbene alcuni costruttori abbiano svolto un buon lavoro per favorire la crescita del mercato dei veicoli elettrici a batteria, c’è ancora molto da fare per soddisfare la proposta di regolamento dell'Unione Europea per interrompere la vendita di auto a combustione interna.