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a cura di Valerio Nebuloni

La proposta di fusione avanzata da Fiat nei confronti di Renault è molto interessante e con tutta probabilità avrà seguito positivo, andando a creare un nuovo colosso dell'automobile, il terzo a livello mondiale. Si parla di una fusione alla pari, la cui società risultate sarà controllata al 50% dagli azionisti di Groupe Renault ed al restante 50% da quelli di FCA.

Il gioco di chi guadagna cosa è molto semplice: FCA è rimasta in arretrato circa lo sviluppo di nuove piattaforme, tecnologie ibride ed elettriche (già a disposizione non solo di Renault ma anche dai partner Nissan e Mitsubishi), Renault invece guadagnerebbe dei motori decisamente performanti e uno spazio commerciale in America, dove non è proprio presente.

Fa parte del gioco, avere tutto pronto e non spendere energie in soluzioni e progettazioni uniche è un tornaconto non indifferente ed il mercato automotive si è complicato parecchio negli ultimi vent'anni.

C'era un tempo in cui Fiat, nel lontano 1912 con la S76 Record, sfiorò i 300km/h di velocità, infrangendo ogni record terrestre; c'era un tempo in cui Fiat mise in moto l'Italia con modelli del calibro della "topolino", 500 e 124; c'era un tempo in cui le Fiat erano comprate da Volkswagen, per essere smontate nei loro laboratori, per studiare come emulare una tale efficacia progettuale, ricorda Giugiaro per la 128.

I successi della casa torinese fondata nel 1899 sono infiniti, come il know-how motoristico e tecnico che solo l'ingegnosità italiana poteva rendre possibile. Poi però sono successe tante, troppe cose: il marchio diventa una holding, le società controllate si moltiplicano, vengono cambiate le strategie aziendali, Agnelli, Elkann, si acquista, ci si allea, ci si lascia, si vende, si diventa olandesi, e poi americani. È mancato il focus sul prodotto. Ora esiste FCA, che controlla a livello automobilistico privato i marchi Fiat, Abarth, Alfa Romeo, Maserati, Jeep, Lancia, Crysler e Dodge.

Come consumatori siamo reduci delle scelte dettate e forzate dalla componente finanziaria, l'automobile non è più un prodotto migliore o peggiore ma una scelta commerciale. Lancia e Alfa sono un triste capitolo di questa vicenda e fanno pensare. Le tradizioni automobilistiche sembrano non interessare più così tanto. N.D.R.

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