La Fiat 500 ibrida, ribattezzata "Torino", sta per diventare realtà nel panorama automobilistico italiano con un anticipo di produzione che riflette le attuali sfide del gruppo Stellantis. Prevista inizialmente per fine 2025, la nuova vettura vedrà la luce già a novembre prossimo, con l'avvio dei lavori di adeguamento dello stabilimento di Mirafiori programmati per aprile. Questa accelerazione rappresenta una delle risposte strategiche del gruppo automobilistico al calo delle vendite registrato nel mercato europeo, puntando su un modello iconico che mantiene la produzione in territorio italiano.
Ritorno alle origini con tecnologia ibrida
Il nuovo modello ibrido, che esteticamente riprenderà le linee della sorella elettrica 500e, segna un cambio di rotta rispetto alle precedenti strategie del gruppo. A differenza di quanto stabilito dall'ex CEO Carlos Tavares, che puntava quasi esclusivamente sull'elettrificazione, Stellantis ha rivisto i propri piani integrando tecnologie ibride accanto a quelle completamente elettriche.
Il cronoprogramma prevede che, dopo l'inizio dei lavori ad aprile, i primi prototipi della "Torino" vengano assemblati già a maggio. Durante questo periodo di transizione, la produzione della 500 elettrica subirà una temporanea sospensione per consentire l'installazione delle nuove attrezzature e le verifiche impiantistiche necessarie.
L'obiettivo è chiaro: rilanciare Mirafiori come centro nevralgico della produzione Fiat, ampliando l'offerta con un modello destinato a intercettare quella fetta di mercato ancora esitante verso la completa elettrificazione.
Il piano Italia
La produzione della "Torino" rappresenta solo un tassello del più ampio "Piano Italia" annunciato da Stellantis, che ha confermato l'importanza strategica del nostro Paese all'interno del gruppo automobilistico. Jean-Philippe Imparato, a dicembre 2024, aveva garantito che "tutti gli stabilimenti italiani rimarranno attivi" e che "già dal 2026 la capacità produttiva crescerà grazie ai nuovi modelli".
Questo programma industriale si estende fino al 2032 e prevede un rilancio complessivo della produzione italiana, con ogni stabilimento che seguirà un percorso dedicato. La filosofia alla base di questa ristrutturazione è quella di garantire una doppia opzione tecnologica: quasi tutti i nuovi modelli prodotti in Italia saranno disponibili sia in versione ibrida che elettrica, con la sola eccezione della DS N° 8.
La mappa produttiva
Il Piano Italia ridisegna completamente la geografia produttiva del gruppo sul territorio nazionale. Oltre a Mirafiori, che accoglierà la nuova 500 ibrida "Torino" nel 2025 insieme al restyling della 500e e a una futura nuova 500e, anche gli altri stabilimenti subiranno trasformazioni significative.
Cassino si concentrerà sulla produzione dei nuovi modelli Alfa Romeo Stelvio (dal 2025) e Giulia (dal 2026), oltre a una nuova ammiraglia. Lo stabilimento di Pomigliano d'Arco continuerà a produrre la Fiat Pandina fino al 2030, per poi accogliere la nuova versione e due modelli basati sulla piattaforma STLA Small previsti per il 2028.
Melfi diventerà il centro di produzione della nuova Jeep Compass, della nuova Lancia Gamma e dei modelli DS N°7 e N°8. Ad Atessa proseguirà la specializzazione nei veicoli commerciali con la gamma Large VAN, mentre lo stabilimento di Modena manterrà la produzione delle Maserati di alta gamma.
Una sfida industriale
Il piano non si limita all'aspetto produttivo, ma include una significativa componente occupazionale. Stellantis ha infatti dichiarato l'intenzione di salvaguardare i livelli di impiego attraverso processi di inserimento, aggiornamento e riqualificazione dei dipendenti, adattando le competenze alle nuove tecnologie e alle esigenze produttive.
Questa strategia rappresenta una risposta alle preoccupazioni espresse dai sindacati e dalle istituzioni riguardo il futuro dell'industria automobilistica italiana, in un momento di profonda trasformazione del settore a livello globale.
Per l'industria automobilistica italiana, tradizionalmente al centro dell'economia nazionale, il Piano Italia di Stellantis rappresenta una boccata d'ossigeno e una prospettiva di rilancio in un contesto internazionale sempre più competitivo, dove la transizione ecologica si confronta con le esigenze di mercato e le realtà produttive consolidate.
I manager fanno quello che vogliono gli azionisti.
Gli azionisti hanno provato a rendere STLA una sorta di Tesla multimarchio e ci sono riusciti male, ma sfornando comunque delle ottime elettriche tipo la e-5008 e altre relativamente imbarazzanti tipo la nuova C3.
Questo commento è stato nascosto automaticamente. Vuoi comunque leggerlo?