La fusione che più ha fatto parlare negli ultimi tempi riguarda due colossi dell'automotive, entrambi nati da ulteriori fusioni di brand già noti. Parliamo infatti Fiat Chrysler Automobiles, azienda che gestisce brand come FIAT, Lancia, Jeep, Alfa Romeo, Maserati e Chrysler, e PSA, che invece ha nomi come Peugeot, Citroen, Opel e DS. Purtroppo per le due aziende, poco dopo l'avvio dell'iter autorizzativo, l'antitrust ha avviato un'indagine approfondita per valutare questa proposta di fusione che, secondo i primi numeri, rischierebbe di occupare gran parte del mercato automobilistico.
Bloccata per due mesi questa procedura di riesame per lasciare spazio alle due aziende di produrre le proposte necessarie per dissipare i dubbi dell'antitrust, ora l'indagine è ufficialmente ripartita: la paura è scattata soprattutto per le conseguenze che potrebbe portare in 14 stati membri dell'Unione Europea e nel Regno Unito: Belgio, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria. Le proposte di PSA e FCA sono ora state depositate: queste dovrebbero appunto tranquillizzare i funzionari comunitari, rimasti impressionati da dati come quello riguardante i furgoni (che con questa fusione diventerebbero controllati al 40% nella UE dal nuovo agglomerato, superando il 50% nel nostro paese).
Sulla base dei dati del 2018, la fusione porterebbe ad avere un'azienda con vendite pari a 8.7 milioni di veicoli all'anno, e un ricavo di quasi 170 miliardi di euro; il tutto, inoltre, aiuterebbe la diffusione di determinati veicoli nel mondo: FCA infatti ha maggior potere negli USA e nell'America Latina, mentre PSA si dimostra ben consolidata in Europa.