Negli ultimi mesi sono trapelate diverse informazioni e dichiarazioni riguardanti i piani di sviluppo e produzione dei principali costruttori europei e i relativi desideri dell’Unione Europea in materia di emissioni. I Paesi del Vecchio Continente hanno chiesto alla Commissione di prendere una chiara posizione in merito e pianificare una roadmap capace di definire, più in dettaglio, i passi futuri e la relativa commercializzazione delle vetture endotermiche.
Sebbene all’inizio delle trattive non si era ancora giunti ad una precisa data, una buona finestra per lo stop alla vendita sarà il 2035. Oltre quella data, il Vecchio Continente dovrà votarsi esclusivamente alla mobilità elettrica; si tratta di un obiettivo estremamente ambizioso anche a causa del fatto che Bruxelles non ha ancora definito un quadro di alternative valide per raggiungere tale traguardo.
A partire dal 2035 potremmo assistere al divorzio tra motore a combustione e automobile? Difficile a dirsi soprattutto se consideriamo l’avvento del nuovo standard Euro 7, più che discusso nell’ultimo periodo complice una serie di restrizioni fin troppo severe per i costruttori. Inizialmente bocciato da alcuni Stati membri, come la Francia, l’Euro 7 è stato di recente “ammorbidito” così da consentire una applicazione più ampia. Sia chiaro, rispetto all’attuale Euro 6 si tratta comunque di un salto importante per i costruttori che decideranno di continuare a produrre (anche) soluzioni endotermiche: lo sforzo economico e ingegneristico non è da sottovalutare.
La situazione è, in ogni caso, oggetto ancora di serrate trattative tra i funzionari europei e i vari rappresentanti dei Paesi membri; alcuni risultati sono stati già raggiunti ed è molto probabile che l’Euro 7 entri in vigore solo nel 2027 e non nel 2026 come inizialmente ipotizzato.
Cosa richiede il nuovo Euro 7?
La nuova revisione prevede un aumento, rispetto al progetto originale, a 30 milligrammi per chilometro percorso quale limite per le emissioni di ossido di azoto per le autovetture e i veicoli leggeri. La prima proposta richiedeva un valore di 10 milligrammi per chilometro percorso: un valore quasi impossibile da raggiungere per i produttori e che avrebbe portato ad una prematura dipartita di tutti i propulsori endotermici.
La soluzione aggiornata prevede una parità di trattamento tra diesel e benzina, con una nuova metodologia di calcolo. L’idea originaria pronosticava che i valori limite riscontrati nelle prove su strada riguardassero tutte le condizioni di guida senza alcun genere di tolleranza, come partenze a freddo o brevi tratti. Il compromesso, invece, richiede un chiaro ciclo di omologazione: un vero e proprio “percorso” con una serie di tolleranze.
Le alternative
Il piano di Bruxelles e la relativa modifica delle specifiche dell’Euro 7 non cambiano però il traguardo futuro del “Fit for 55”, che sancisce di fatto la dipartita del motore a scoppio. All’interno del settore sono ormai decine le case automobilistiche che hanno deciso di anticipare la transizione e abbracciare “in anticipo” la mobilità elettrica. Insomma: prima o poi si passerà all’elettrico e di questo passo sarà più prima che poi.
Il problema più grande però riguarda il percorso scelto dall’Europa e il relativo approccio “imposto”; non a caso Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, ha definito la transizione elettrica una “brutale imposizione calata dall’alto”. Una sorta di imposizione della politica, dei “poteri forti”, confermando quindi il fatto che l’industria automobilistica ha “perso” la sua capacità di farsi sentire. Mentre Tavares si è sbilanciato a riguardo con una serie di forti dichiarazioni, Toyota, da sempre in prima linea per l’elettrico, ha precisato di voler intraprendere strade alternative come, ad esempio, l’idrogeno.
Toyota non è naturalmente l’unica, le case sono state chiare: serve un approccio olistico, ossia che prenda in considerazione più tecnologie. Se, al momento, possiamo scegliere tra benzina, diesel, GPL, metano e tutte le relative varianti elettriche, è necessaria un’ampia scelta anche in futuro. Qui potrebbero svolgere un ruolo chiave i carburanti sintetici, che potrebbero sfruttare le attuali infrastrutture senza chiedere particolari sforzi aggiuntivi come invece farebbe l’elettrico con la problematica relativa alle colonnine.
Conosciuti anche con il nome di synfuel o e-fuel, si tratta di carburanti ottenuti miscelando l’idrogeno (meglio se green, cioè prodotto con energia rinnovabile) e anidride carbonica catturata dall’ambiente. Di recente, alcuni produttori come Porsche, hanno insistito molto sull’argomento avviando anche un progetto pilota in Cile in collaborazione con Siemens Energy. Proprio in sud America sarà realizzato il primo impianto di produzione su larga scala anche se al momento non sono ancora chiare le tempistiche.
Porsche è solo uno dei costruttori che si è dimostrato interessato all’argomento, di recente anche Bentley e Mazda hanno dichiarato di voler provare i carburanti alternativi e offrire così una “multi soluzione” per la propria gamma di veicoli.
I piani dei costruttori
Come anticipato, molti costruttori non si sono fatti cogliere impreparati e nell’attesa dello stop del 2035 si sono già mossi per avviare delle linee di produzione specificatamente dedicate all’elettrico: dai propulsori ai telai, dalle batterie ai sistemi di ricarica. Nel corso degli ultimi mesi abbiamo assistito ad uno sviluppo su più fronti nell’attesa dell’arrivo, su scala globale, di ulteriori proposte elettriche. Nelle ultime settimane sono state condivise numerose informazioni riguardanti i principali marchi come Gruppo Volkswagen, Stellantis, Nissan, Toyota e naturalmente i brand di lusso come Ferrari, Porsche e Lamborghini. Il ciclo di omologazione Euro 7 ci accompagnerà solamente per un periodo, oltre una certa data sarà possibile acquistare esclusivamente vetture elettriche e a idrogeno.
Audi, marchio del Gruppo Volkswagen, seguirà un percorso a tappe che partirà dal 2026; in quell’anno il costruttore passerà ai modelli esclusivamente elettrici e nel 2033 verrà interrotta la produzione di motori a combustione interna. Probabile che lo stop riguardi solo l’Europa e che invece si prosegui in altri mercati, come quello cinese.
BMW non ha ancora fornito una roadmap precisa riguardante l’azzeramento definitivo; entro il 2030 il 50% delle proprie vendite sarà “green” e che entro il 2023 ci saranno a listino 13 elettriche e 12 plug-in ibride.
Del marchio del Cavallino Rampante sappiamo che nel 2025 sarà svelata la prima vera elettrica. Nessuna informazione invece sul piano industriale che verrà svelato, con buona probabilità al Capital Markets Day del 2022.
Ford, dal canto suo, ha precisato che entro il 2026 il 100% delle vetture sarà alla spina. Discorso differente per i veicoli commerciali che passeranno all’elettrico entro il 2030.
Honda punta a diventare quasi completamente carbon neutral nel 2030; entro il 2022, quindi il prossimo anno, tutti i modelli avranno almeno una variante elettrificata. Attese anche soluzioni ad idrogeno, tecnologia fino ad ora approcciata solo con Clarity Fuel Cell.
Hyundai e Kia, i due produttori prevedono di avere una serie di veicoli elettrici già entro il 2025, abbandonando completamente l’endotermico nel 2035. Previsto, anche in questo caso, una soluzione a idrogeno; non è di certo una novità se consideriamo la presenza di Nexo sul mercato.
Jaguar Land Rover ha annunciato di recente il piano “Reimagine” che la porterà ad essere carbon neutral entro il 2039: una data distante senza dubbio, ma entro il 2030 saranno presenti numerose soluzioni elettriche. In futuro anche un progetto a idrogeno, forse già su strada l’anno prossimo: non sappiamo a quale segmento o marchio apparterrà, forse un SUV di grandi dimensioni marchiato Jaguar.
Il produttore di Sant’Agata Bolognese, Lamborghini, ha già abbracciato un approccio olistico per sostenere l’ambiente; mentre le varianti ibride arriveranno tra il 2023 e il 2024, la prima elettrica giungerà solo nel 2025. Non è chiaro, ancora, quando il marchio passerà interamente all’elettrico.
Mazda, entro il 2030 tutti i modelli della casa avranno una qualche forma di elettrificazione, anche la più sportiva MX-5. Mazda, come molti altri, ha manifestato un chiaro interesse per l’idrogeno che potrebbe arrivare in abbinamento al famoso motore rotativo.
Mercedes, invece, ha precisato che entro il 2022 ci saranno 10 elettriche e 130 versioni elettrificate: nel 2030 il 50% delle vendite sarà esclusivamente elettrico. Il produttore intende, inoltre, applicare una politica ferrea anche al trasporto pesante con soluzioni sia elettriche sia a batteria. La transizione coinvolgerà anche la divisione AMG che, già oggi, prevede soluzioni ibride.
I piani di Nissan non sono ancora del tutto chiari e per ora si sa che arriveranno tre nuove vetture entro l’inizio del 2024. L’obiettivo è quello di vendere almeno 1 milione di auto elettrificate in tutto il mondo e il 50% solo in Europa.
Il marchio di Stoccarda, Porsche, ha precisato che la storica e iconica 911 resterà ancora invariata per qualche anno, per la gioia dei veri appassionati, mentre i restanti modelli subiranno una progressiva conversione all’elettrico. Taycan sarà presto affiancata da una nuova soluzione completamente elettrica attesa al prossimo (e imminente) Salone dell'Auto di Monaco.
Il costruttore francese Renault (con Dacia, Alpine e Lada) ha in programma di svelare 10 modelli elettrici entro il 2025; il marchio sportivo Alpine diventerà esclusivamente elettrico, come Lotus, e sono attesi tre nuovi modelli.
Il Gruppo Stellantis prevede di lanciare 10 modelli elettrificati quest’anno, portando il totale a 39, e tutti quelli futuri avranno sicuramente una variante elettrificata. La nuova strategia prevede modelli elettrici basati sulla nuova piattaforma eVMP a partire dal 2023. Con Saft-Total verrà avviata anche la produzione di batterie entro il 2030. Mentre Peugeot passerà all’elettrico entro il 2025, al 100%, Fiat diventerà solo elettrica tra il 2025 e il 2030.
Toyota, entro il 2025 saranno disponibili sei nuovi modelli elettrici Toyota ideati sulla piattaforma dedicata e-TNGA. Presenti anche due proposte a idrogeno, come la nuova Mirai e un modello ancora inedito. La società sarà carbon neutral solo entro il 2050.
Volkswagen dopo aver annunciato l’obiettivo di vendere il 70% di modelli elettrici entro il 2030, ha fissato lo stop a diesel e benzina per il 2035. La data riguarda esclusivamente l’Europa, per America e Cina il divorzio arriverà più tardi.
Anche Volvo, da sempre in prima fila con i veicoli green, ha annunciato che entro il 2030 il 100% del brand sarà elettrico. Il produttore ha inoltre precisato che in futuro saranno sempre meno gli showroom fisici disponibili, in quanto il marchio preferisce basarsi fortemente sull’online.