Emissioni CO2: a fine 2020 arriveranno le prime multe per le case meno sostenibili

Entro fine anno i costruttori europei saranno obbligati a rispettare il limite emissioni di 95 g di CO2/km in media per ogni veicolo immatricolato.

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a cura di Tommaso Marcoli

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La fine dell'anno 2020 rappresenta per le case automobilistiche un appuntamento molto importante. Nei dodici mesi trascorsi ogni veicolo immatricolato era tenuto a prepararsi a rispettare i severi parametri sulle emissioni di CO2 , stabiliti nel 2018 in seguito all'accordo sul clima firmato a Parigi . Il termine massimo calcolato secondo media ponderata su tutte le immatricolazioni non deve eccedere i 95g di CO2/km.

Una sfida epocale che potrebbe comportare per molti costruttori un vero e proprio disastro economico. Le sanzioni previste per chi non rispetta il limite di emissioni previsto prevedono una multa di 95 euro per ogni grammo di CO2 in eccesso rispetto al limite stabilito dalla UE. Una cifra da moltiplicare a sua volta per il numero di veicoli immatricolati nel 2020: si parla di miliardi di euro.

95 euro per ogni grammo di CO2

Il limite di emissioni stabilito dalla comunità europea ha comportato uno stravolgimento dei piani di sviluppo per i costruttori di automobili. Il termine di due anni ha costretto a rivalutare i tempi e i progetti di elettrificazione, portando la maggior parte degli investimenti verso una mobilità più sostenibile. Quasi ogni marchio propone ora diverse soluzioni: dal plug-in hybrid alle full electric, che si sono moltiplicate negli ultimi mesi nonostante la rete infrastrutturale di ricarica non sia ancora pronta e verosimilmente non lo sarà nel futuro prossimo.

L'organo europeo ha così stabilito un limite molto basso e sanzioni molto alte. Per ogni case costruttrice è prevista una media massima di 95g di CO2/km per ogni veicolo immatricolato. Un valore identico per tutti, senza considerare i diversi segmenti, i diversi volumi di vendita e la diversa capacità produttiva.

Qualora il costruttore non dovesse rispettare i severi parametri, si troverebbe costretto a pagare una multa di 95 euro per ogni grammo di CO2 in eccesso. Considerando i volumi di vendita, di parla di miliardi di euro di sanzioni che andrebbero a mettere in crisi un intero settore, strategico in Europa.

Le case più "virtuose"

In base alla media di emissioni per ogni immatricolazione, in Europa secondo la classifica aggiornata il costruttore con il risultato più virtuoso è PSA con una media di 97,9 g CO2/km. Toyota è al secondo posto con poco più di 100g, seguita dall'alleanza Renault Nissan con 105,5g. Al quarto posto Hyundai-Kia con 106,7g. FCA è sesta con 109 g.

Inutile negarlo, valori di questo tipo comportano un'attenta pianificazione sui modelli a listino per il prossimo anno. Molti costruttori punteranno su tecnologie sostenibili, come le ibride plug-in che in fase di omologazione assicurano valori di emissioni in grado di abbassare di molto la media. Qualora non fosse possibile ricaricare sovente la batteria, il valore di emissioni risulterebbe dalle 2 alle 4 volte superiore a quanto dichiarato. Un evidente esempio di quante falle siano ci siano in un sistema di valutazione sommario e predisposto con molta fretta, senza considerare le vere esigenze dei costruttori.

Norme sempre più severe

Nel primo anno di ingresso in vigore della normativa anti emissioni, la comunità europea terrà in considerazione solo il 95% delle immatricolazioni, per agevolare i costruttori verso una transizione sostenibile. Tuttavia, a partire dal 2021 questa soglia del 5% sarà esclusa e il calcolo della media di CO2 sarà effettuato sul totale delle immatricolazioni registrate.

Il limite di 95 g di CO2/km sarà ulteriormente abbassata a partire dal 2025 di circa il 15% e di un ulteriore 37,5% nel 2030. Circostanza che spaventa ulteriormente i costruttori europei, messi a dura prova dalla pandemia di Covid-19 e che richiedono una deroga. Deroga attualmente non ancora concessa da parte della comunità europea.

Per potersi avvicinare agli obiettivi stabiliti in tema di emissioni, è concesso acquistare dei crediti verdi dalle case più virtuose. Un programma che consente una collaborazione tra diversi marchi e che non può superare i cinque anni di durata. Un esempio eloquente è quello da FCA Tesla: il gruppo italo-americano ha versato nelle casse californiane circa 1,8 miliardi di dollari per acquistare crediti "versi" in modo da potersi avvicinare all'obiettivo stabilito dalla UE.

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