Qualche giorno fa Elon Musk ha twittato una frase che ha lasciato tutti a bocca aperta:
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“Odio ammetterlo, ma abbiamo bisogno di incrementare la nostra produzione di petrolio e gas. La situazione è fuori dall’ordinario, e per superarla servono misure fuori dall’ordinario.”
Con queste parole, Elon Musk ha creato un enorme dibattito su Twitter, dove in molti lo hanno accusato di ipocrisia, tanto da costringerlo a spiegarsi meglio, cosa che il CEO di Tesla ha fatto immediatamente aggiungendo: “Ovviamente questa mossa andrebbe a influenzare negativamente Tesla, ma le soluzioni di energia sostenibile non possono reagire in modo così rapido per sopperire alla mancata fornitura di petrolio e gas russo”.
Questa affermazione sembra una critica, nemmeno troppo velata, nei confronti del Presidente Joe Biden, che al momento si trova in una situazione molto complicata, dovendo gestire un gruppo bipartisan di senatori che vorrebbe tagliare qualunque rapporto con il petrolio e il gas russo, rimpiazzandolo con quello estratto direttamente negli Stati Uniti.
Per il momento la Casa Bianca non sembra intenzionata a varare questa legge, perché teme ripercussioni molto gravi sul prezzo della benzina, che ad oggi sta per sfiorare i suoi massimi storici: negli Stati Uniti oggi il prezzo medio è superiore ai 4$ al gallone, poco meno di 1 euro al litro, un valore che negli USA non si vedeva da più di 10 anni, quando nel 2008 aveva toccato il suo valore massimo di 4.11$ al gallone. Secondo gli esperti, entro qualche giorno questa soglia verrà superata.
L’idea di bandire il petrolio russo è sostenuta da molti esponenti politici di entrambi i partiti americani: qualora la decisione fosse confermata, gli USA si troverebbero a dover sopperire alla mancata fornitura di circa 20 milioni di barili di petrolio al mese, pari a circa l’8% di tutto il petrolio importato negli Stati Uniti.