Ecco come la radio digitale DAB rivoluzionerà le auto

Col passaggio al segnale radio digitale DAB anche in Italia nel 2020 si potranno aprire nuove prospettive anche nel nostro paese riguardo ai servizi erogabili ad esempio nel settore automotive.

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a cura di Alessandro Crea

La radio è l'ultimo media a digitalizzarsi ma la gamma di soluzioni e servizi che questo passaggio comporterà avrà un impatto notevole su molti altri settori, che potrebbe essere addirittura rivoluzionario. Da noi com'è noto il governo ha inserito all'interno della legge di stabilità una norma che stabilisce come da giugno 2019 non si possano più importare ricevitori che non siano dotati di chip di decodifica del segnale radio DAB, mentre a partire dal 2020 le radio che ne saranno prive non potranno più essere commercializzate. Ciò ovviamente non segnerà la fine delle trasmissioni analogiche su FM, ma contribuirà certamente ad aprire una nuova vera di servizi.

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Nei prossimi anni la piattaforma DAB non resterà semplicemente un sistema di diffusione di contenuti audio ma sarà il vettore di servizi innovativi che costerebbero molto di più se fossero distribuiti in streaming via Web e banda larga. In Norvegia e in Svizzera, due dei paesi in cui le auto dotate di decodifica radio digitale sono più diffuse, esiste un sistema chiamato EWS (Emergency Warning System), che consente alle autorità di diramare allarmi istantanei, ad esempio su alluvioni o altri cataclismi, solo nelle zone interessate e in tempo reale, con la radio che interrompe qualsiasi cosa si stia ascoltando o che si accende se senta per trasmettere il comunicato.

Oppure pensiamo agli aggiornamenti OTA che in futuro saranno sempre più cruciali per le smart car. Attualmente un'azienda dovrebbe richiamare tutte le sue auto ed effettuare singolarmente l'aggiornamento software in officina, ma in futuro l'intera operazione sarà semplice come su smartphone e potrebbe passare attraverso la piattaforma radio digitale, abbattendo anche i costi. Ma i servizi possibili sono molti altri. Le piattaforme DAB infatti sono in grado di gestire le richieste degli utenti in diverse modalità, ad esempio passando alla banda larga quando il segnale radio è assente, per poi tornare automaticamente a quest'ultimo quando nuovamente disponibile, senza dover interrompere il programma radio che si sta seguendo. L'interazione tra GPS e DAB invece consentirà di ricevere rapidamente informazioni sullo stato del traffico locale, a seconda della propria posizione, per non parlare dell'industria dell'advertising, che ha già mostrato un forte interesse verso la radio digitale.

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La digitalizzazione infine porterà vantaggi anche in termini di risparmio energetico: un'antenna DAB infatti per funzionare richiede un decimo dell'energia necessaria ad alimentare quella di una radio FM che debba coprire adeguatamente un certo territorio. Inoltre le antenne FM possono portare il segnale di una sola emittente, mentre quelle DAB ne possono gestire fino a 20 contemporaneamente.

Se la RAI ad esempio passasse in DAB non avrebbe più bisogno degli attuali 3300 ripetitori, ne basterebbero appena 400. Un risparmio notevole, parliamo di qualcosa come 50 milioni di euro l'anno. Non a caso l'azienda ha annunciato di voler accelerare col proprio programma d copertura del territorio nazionale tramite segnale digitale, coprendo tutto il nord e il centro Italia fino a Salerno entro il 2018. Chi lo sa, magari risparmierà abbastanza da reperire finalmente i fondi da investire sulla Radio, da sempre cenerentola dell'azienda pubblica, che a inizio mese è stata anche colpita da gravi problemi tecnici alle trasmissioni.


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