E se i range extender aiutassero l'auto elettrica?

Secondo un recente studio di McKinsey, le automobili con range extender potrebbero rappresentare una soluzione intermedia tra ICE ed EV

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a cura di Tommaso Marcoli

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La crescita delle vendite di veicoli elettrici (BEV) sta rallentando in molti mercati, e il settore automobilistico è alla ricerca di soluzioni per mantenere l’impulso verso l’elettrificazione. Tra le alternative possibili, stanno guadagnando attenzione i veicoli elettrici a autonomia estesa (EREV), un’innovazione che potrebbe alleviare due delle principali preoccupazioni dei consumatori: il costo elevato e l’ansia da autonomia. Questo almeno dice un sondaggio condotto dalla società di consulenza McKinsey&Company tra ottobre e novembre 2024 su oltre 2.800 acquirenti di auto negli Stati Uniti e 2.300 in Germania e Regno Unito. Una fetta significativa del mercato sarebbe disposta a considerare un EREV per il prossimo acquisto.

Cosa sono gli EREV

Gli EREV si differenziano dai veicoli ibridi plug-in (PHEV) perché il loro motore a combustione interna non è collegato direttamente alla trasmissione, ma funge esclusivamente da generatore per ricaricare la batteria. Questo consente di ottenere un’autonomia elettrica compresa tra 160 e 320 km, con un’autonomia totale che può raggiungere le 800 km. Un PHEV tradizionale offre invece solo 32-64 km (ma in alcuni casi si superano ormai i 100 km) di autonomia elettrica prima di attivare il motore a combustione per la trazione diretta.

L’Interesse dei consumatori 

Uno degli ostacoli principali all’adozione diffusa dei BEV è la difficoltà di accesso alle infrastrutture di ricarica, un problema particolarmente sentito da chi vive in appartamenti senza possibilità di ricaricare il veicolo durante la notte. Un altro fattore critico è il timore di rimanere senza energia elettrica prima di raggiungere una stazione di ricarica. Negli Stati Uniti, il 46% degli attuali proprietari di BEV e il 19% di quelli europei ha dichiarato di valutare il ritorno a un’auto con motore a combustione interna per via di queste difficoltà. La disponibilità di EREV potrebbe rappresentare una soluzione efficace per evitare questa regressione.

Il contesto normativo 

Le normative sulla mobilità sostenibile giocano un ruolo cruciale nello sviluppo degli EREV. Nell’Unione Europea, dove dal 2035 sarà (forse) vietata la vendita di nuovi veicoli con motore a combustione, gli EREV potranno essere commercializzati solo fino al 2034. A meno che, come si suppone, l'UE non cambi la normativa. Negli Stati Uniti, invece, il mercato appare più favorevole, grazie a un quadro normativo più flessibile che premia i veicoli con elevata autonomia elettrica. Secondo le attuali regole dell’Environmental Protection Agency, un EREV con almeno 112 km di autonomia elettrica potrebbe ottenere un bonus del 65% negli standard di conformità, mentre un PHEV con un’autonomia di 40 km riceverebbe solo il 30%.

I costi di produzione

Dal punto di vista economico, la produzione di un EREV con un’autonomia elettrica di 240 km potrebbe costare fino a 6.000 dollari in meno rispetto a un BEV equivalente. Questo vantaggio, tuttavia, potrebbe ridursi con il calo dei costi delle batterie. Un confronto tra i costi di produzione mostra che un pickup EREV con una batteria da 68 kWh e un motore a benzina potrebbe costare dal 30 al 40% in meno rispetto a un BEV con batteria da 228 kWh in grado di garantire un’autonomia simile.

La necessità di una strategia chiara

Uno dei principali ostacoli all’adozione degli EREV è la scarsa conoscenza da parte dei consumatori delle differenze tra le varie tecnologie disponibili. Negli Stati Uniti, il 48% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi sopraffatto dalla quantità di opzioni di propulsione presenti sul mercato. Per le case automobilistiche, diventa fondamentale educare i clienti sui vantaggi specifici degli EREV rispetto ai PHEV e ai BEV, chiarendo come queste soluzioni possano offrire un compromesso tra efficienza energetica, autonomia e praticità.

Lo studio di McKinley

La ricerca evidenzia che un veicolo a autonomia estesa ideale dovrebbe garantire circa 240 km di autonomia elettrica e un’autonomia totale di circa 800 km, parametri ritenuti ottimali sia per il pendolarismo quotidiano sia per i viaggi a lunga distanza. Il report cita esempi concreti di modelli in sviluppo: il Ram 1500 Ramcharger offre un’autonomia elettrica di circa 233 km e un’autonomia totale di circa 1.110 km, mentre Li Auto L9 e AITO M9 propongono rispettivamente un’autonomia elettrica di circa 216 km e una totale di circa 1.315 km. Questi esempi illustrano come i costruttori stiano esplorando soluzioni diversificate per rispondere alle diverse esigenze di mercato.

Inoltre, le normative statunitensi incentivano i veicoli con un’autonomia elettrica superiore a 112 km, offrendo bonus che possono arrivare fino al 65%, elemento che potrebbe rendere gli EREV particolarmente competitivi rispetto ai PHEV. Gli EREV rappresentano un’alternativa interessante nella transizione verso la mobilità elettrica, soprattutto per chi non è ancora pronto a passare completamente ai BEV. Grazie alla maggiore autonomia e alla possibilità di ricaricare meno frequentemente, questi veicoli potrebbero convincere un numero maggiore di automobilisti a scegliere l’elettrico. Tuttavia, per avere successo, le case automobilistiche dovranno muoversi rapidamente, bilanciando gli investimenti necessari e pianificando con attenzione l’integrazione di questa tecnologia nei loro portafogli di prodotto

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