Da una parte c’è la Monster, una due ruote in grado di abbinare lo stile Ducati a una guida, a conti fatti, rilassata, che permette di godersi la gita fuori porta come il tragitto casa-lavoro. Dall’altra parte c’è la Panigale, che offre la totale essenza Ducati in una moto sportiva, aggressiva, che si trova a suo agio tra le curve e con l’acceleratore spalancato. Streetfighter è l’anello che mancava in grado di offrire il meglio dei due mondi.
La Streetfighter con cui ho passato un paio di settimane è il modello V2, con il Superquadro della sorella Panigale V2, in grado di erogare 153 cavalli a 10750 giri e una coppia di 101,4 Nm a 9000 giri. Motore a parte, rispetto alla sorella carenata cambia la ciclistica e tutto è stato fatto per rendere la Streetfighter più gestibile sulla strada, anche se provata in pista non è per niente inferiore a tante supersportive. A conti fatti siamo davanti a una hyper-naked, in grado di dare emozioni forti in tutte le situazioni, pensata per chi ha già esperienza di guida e probabilmente non l’ideale come prima moto, anche se s’impara velocemente.
Non vado oltre con le specifiche tecniche, dopotutto qui su Motorlabs ci concentriamo maggiormente sull’esperienza di guida e non sulla disanima tecnica-prestazionale. Vediamo quindi cosa mi è piaciuto e cosa non mi è piaciuto di questa Streetfighter V2, iniziando dalle buone notizie.
Cosa ci convince
Posizione di guida: è una Panigale comoda
Ad ex-possessore di Panigale, che ha deciso di venderla per via del carico sui semi-manubri che rendevano la guida lenta, in mezzo al traffico, molto stancante per braccia, polsi e schiena, ho visto la Streetfighter come una “Panigale più comoda”. Purtroppo i vent’anni sono passati da parecchio tempo e la resistenza fisica non è più quella di una volta, ma la passione rimane intatta. È bastato meno di un chilometro per capire che la Streetfighter rappresentava un sogno che si avverava, perché è proprio una Panigale, comunica le stesse emozioni di guida, ma è comoda. Il carico sulle braccia non è totalmente alleggerito, ma è pari al 20% di quello che si ha con la sorella in abito lungo. E in realtà, dopo qualche giorno, quando la si conosce meglio, si riesce anche ad allentare maggiormente la presa sulle manopole ed essere ancora più rilassati.
Nel traffico è agile, anche in città si passa tra le file di auto senza problemi, l’ingombro del manubrio e degli specchietti è sotto controllo. Il peso praticamente non si sente e si viaggia comodi, anche a basse o bassissime velocità. La sella è morbida, gli ammortizzatori assorbono molto bene dossi e buche. Non voglio dire che si ha la comodità di una Touring, ma in città Streetfighter è usabilissima, in tutti i contesti.
Certo la situazione cambia quando si decide di essere aggressivi sull’acceleratore, se lo si fa senza protrarsi in avanti si rischia di essere sbalzati dalla sella, ma così come con la Panigale si viaggia bene a medie ed alte velocità, con Streetfighter si viaggia bene a basse e medie velocità, situazione che rappresenta la maggior parte dei contesti urbani ed extraurbani.
Ducati Sound, anche se Euro 5
Con tutto stock, nonostante le norme anti-inquinamento (Euro 5), la Streetfighter V2 suona proprio come una Ducati. È quel sound caratteristico, pieno, che in questo caso si ha anche senza dover cambiare scarico o silenziatore. È una sorpresa, soprattutto quando si è in marcia, si scala, e si sente lo scarico borbottare e scoppiettare. Abbiamo già visto come queste norme anti-inquinamento abbiamo messo in difficoltà molti produttori (basta vedere Harley-Davidson), ma Ducati sembra non esserne stata affetta, anzi lo scarico di serie è praticamente perfetto, non sentirete la necessità di cambiarlo, quantomeno in termini di sound.
Potenza: 153 cavalli sono giusti
153 cavalli non sono pochi, soprattutto su un peso di 178 kg (a vuoto). È già più di qualsiasi altra naked, o quasi. Nei primi chilometri si ha subito la sensazione che è praticamente impossibile scaricare tutti questi cavalli in contesti stradali, ma dopo qualche ora di guida si cambia idea. Prima di tutto la mappa “Road” è ben equilibrata e permette di sfruttare veramente tutta la potenza, così come viene erogata. Non è pienissima ai bassi giri, ma nemmeno scarica: anzi, in realtà nel confronto diretto con molti altri modelli la curva di erogazione è tra le migliori, con l’unica differenza che come per tutte le Ducati, è necessario gestire bene i rapporti di marcia, scalando quando si vuole cambiare ritmo ed evitando di aprire semplicemente il gas.
Per prendere confidenza con la mappa “Road” è necessario usarla in mappa “Sport”, dove ovviamente sprigiona tutta la potenza con la massima coppia e aggressività. Dopo diversi chilometri in Sport, si ritorna alla mappa stradale e si ha più confidenza nell’apertura dell’acceleratore, apprezzandone la rotondità nel modo in cui la potenza erogata è continua e sostenuta, senza però strattoni nervosi. Ovviamente c’è anche una mappa “Wet” estremamente morbida, nonché la possibilità di creare una configurazione personalizzata; non l’ho guidata abbastanza per farmi una configurazione su misura, ma ribadisco che la mappatura “Road” è molto usabile in tutti i contesti.
Solo se siete pistaioli potreste volere qualcosa di più, perché nel 99% dei casi, se usate la moto per uscite in compagnia e tragitto casa-lavoro, il V2 offre spesso più di quanto si possa desiderare.
Consumi, accettabili
Con un uso misto, tra città, extraurbane e autostrada, qualche accelerata in mappa sportiva, e la maggior parte del tempo con mappa stradale e ritmo sostenuto, ho ottenuto un consumo medio di 6 litri per 100 km, quindi circa 16.5 km al litro. Certamente c’è chi sa fare di meglio, sfiorando i 20 km al litro, ed è possibile anche fare di peggio abusando dell’acceleratore, ma con un uso normale, ma divertente, penso sia un consumo accettabile, soprattutto per l’esperienza di guida che offre.
Estetica, è soggettivo ma è bellissima
Cerco sempre di evitare commenti sull’estetica considerando che si tratta sempre di valori molto soggettivi, quindi prendete questo commento come qualcosa di molto personale. Credo che le motociclette Ducati siano le più belle mai realizzate e l’azienda di Borgo Panigale non stia sbagliando nemmeno un design. Streetfighter è bella, aggressiva, iconica nel suo genere. In ogni caso lascio a ognuno di voi giudicare.
Cambio elettronico
Il cambio elettronico non è una novità di questa Streetfighter, ma è necessario ribadire la sua comodità e in questo caso anche precisione. Sono diversi anni che Ducati ha implementato il cambio elettronico (prima solo in aumento di marcia, poi anche in scalata) e sulle prima implementazioni la precisione non era massima; a volte la marcia non entrava e richiedeva una pressione decisa della leva del cambio. L’esperienza con Streetfighter è stata molto buona, per tutta la prova di una decina di giorni solo una volta il rapporto non è entrato correttamente, ed è successo a motore freddo.
È sempre comodo non dover tirare la frizione, anche se la leva della Streetfigher V2 non richiede molta forza, e in ogni caso è possibile cambiare marcia in maniera tradizionale.
Cosa non ci convince
Passiamo ora a quello che mi è piaciuto di meno, non sempre veri e propri difetti, ma certamente qualcosa di migliorabile.
Copertura aerodinamica
Infatti inizio subito con il citare la copertura aerodinamica azzerata, e ciò vale per molte naked. In questo caso non è presente nessun tipo di appendice aerodinamica e probabilmente questo comportamento si soffre maggiormente per via dell’abbinamento a un motore potente che spinge ad essere aggressivi sul gas.Fino ai 120 km/h l’impatto con l’aria è gestibile, sopra a questa velocità inizia a diventare tutt’altro che confortevole. Piegarsi sul serbatoio serve a poco niente, sporgersi completamente in avanti con il corpo aiuta ovviamente al controllo, ma si sente veramente la mancanza di un cupolino, anche minimo, che possa in qualche maniera aiutare, soprattutto quando ci si stringe sul serbatoio. Se vorrete acquistare la Streetfighter e affrontare molti chilometri in autostrada, un cupolino aftermarket dovrà essere aggiunto alla vostra lista dei desideri, e per fortuna esistono vari modelli che non rovinano il design.
Zero spazio per gli accessori
Così come per le sorelle Panigale, anche in questo caso non c’è alcuno spazio per portare con sé degli accessori, e in realtà a stento si riesce a infilare sottosella il libretto di circolazione (qualcosa che non consiglio di fare).
Porta targa da cambiare
Sono certo che non piace nemmeno a Ducati quel porta targa che, per legge, deve spingere la targa oltre la ruota posteriore. Per fortuna è possibile sostituirlo con un modello che mantiene la linea inalterata.
Ducati scalda, come sempre
Non è una novità per Ducati, e anche Streetfighter scalda tanto. In questo periodo autunnale non si può nemmeno considerare un difetto, ma in generale, soprattutto quando vi ritroverete a viaggiare a bassa velocità, sentire molto il calore che sale da scarico e motore, e lo sentirete anche in prossimità della sella.
Non avendola provata ad agosto non posso dire quanto sia o meno sopportabile, ma avendo già avuto Ducati per molti anni sono abbastanza certo che, nonostante non raggiunga livelli tali da renderla insopportabile, in alcuni casi ci va molto vicino.
Consideratela una sorta di prezzo da pagare per avere una Ducati stradale.
Prezzo
La Streetfighter V2 ha un prezzo di 17.990 euro, a cui aggiungere l’immatricolazione e messa su strada. È un prezzo importante, ma ricordatevi che confrontare la Streetfighter con le molte altre naked in circolazione non sarebbe corretto. In ogni caso, rimane una spesa importante per il settore delle due ruote.
Come si guida
Anche se ho già elogiato la posizione di guida e il motore, ribadiamo ugualmente le sensazioni che Streetfighter comunica. La risposta dell’acceleratore è immediata e la spinta, anche con mappatura “Road” è corposa, fina dai bassi giri. In ambiente cittadino viene naturale cambiare velocemente rapporto attorno ai 6 / 7000 giri, non serve arrivare al picco di coppia per divertirsi. Anzi, considerando la forza dell’accelerazione, che ci spinge ad assumere una posizione più avanzata e una maggior presa al manubrio, potrebbe anche diventare fastidiosa. Tutto cambia quando si vuole invece aggredire l’asfalto con le massime prestazioni, laddove c’è abbastanza spazio per accelerare forte in sicurezza. Ci si sposta in avanti con il busto, ci si abbassa leggermente per cercare una copertura aerodinamica, che tuttavia non c’è, e si gira con decisione l’acceleratore. A giri alti è veramente aggressiva, si percepisce a fondo il rapporto tra peso e cavalli, anche in mappatura stradale. Il passaggio alla mappa “Sport” porta su un livello totalmente differente, risultato più pronta e piena già anche ai bassi giri, e quando arriva alla massima coppia non basterà la presa al manubrio e il peso in avanti, sarà meglio aggiungere la massima presa che riuscirete a ottenere con le gambe.
Insomma, Streetfighter V2 è una vera moto sportiva, e le prime volte che proverete le vere prestazioni, vi sorprenderà. Il cambio elettronico è super-comodo, e se tra le curve vi verrà naturale usare la frizione, lo farete principalmente per gestire in maniera più morbida e meno secca l’inserimento di marcia, o per controllare direttamente i giri del motore, non perché è più comodo. In tutte le altre situazioni non ci sarà alcun motivo per premere la frizioni, nonostante non sia particolarmente dura. I movimenti da fermo non sono comodissimi, non tanto per il peso ma per l’altezza da terra, regolabile, ma che vi porta ad avere sempre le gambe distese e mai piegate, a meno che non siate veramente molto alti.
L’ingombro è contenuto, ci si muove facilmente nel traffico e si superano le code con sicurezza, considerando gli specchietti come indicatori del massimo ingombro. Ovviamente nel caso degli specchietti originali, che offrono una visibilità non ottimale in tutte le situazioni. In diverse occasioni vi verrà naturale girare la testa anziché affidarvi allo specchietto.
Chi dovrebbe acquistarla?
Ducati Streetfigher è una Panigale che si guida come una Monster. Questo significa che è perfetta per chi cerca una moto sportiva, veloce, ma che vuole una posizione di guida comoda, desidera usarla molto nel traffico cittadino e anche andare piano per godersi il viaggio, senza avere un carico eccessivo su schiena, braccia e polsi. Si tratta di una moto potente, che non ha niente da invidiare alle super sportive. L’unico vero compromesso sarà quello della copertura aerodinamica, praticamente inesistente, che si può migliorare con un piccolo cupolino aftermarket, ma che richiederà sempre un compromesso.
È una moto per guidatori esperti, non consigliabile a chi si trova sulle due ruote da poco tempo.