Quando nel mese di ottobre 2021 Ducati ha annunciato il nuovo accordo di collaborazione con Dorna e con la Moto E, il mondo del motociclismo è stato colpito da un piccolo scossone; ma come, un'azienda che non ha mai nemmeno provato a fare una moto elettrica diventa fornitrice ufficiale di moto elettriche per il campionato di Moto E? Inizialmente la notizia mi aveva sorpreso, all'epoca ero sceso da poco da una Energica - la Eva EsseEsse 9 RS - ed ero rimasto incredibilmente impressionato dalle capacità dimostrate, nonostante qualche piccolo difetto di gioventù. Oggi, a circa un'anno e mezzo di distanza dall'annuncio ufficiale di Ducati, la moto elettrica dedicata alla Moto E è quasi pronta - deve esserlo, il 2023 è l'anno nel quale dovrà partire la fornitura di moto ai team - ma nonostante ciò nessuno in Ducati si azzarda a parlare di una moto elettrica stradale.
O meglio, chi ne parla, come ha fatto di recente il CEO di Ducati North America - Jason Chinnock, lo fa con toni lapidari non lasciando assolutamente spazio a dubbi: la tecnologia non è pronta per gli standard Ducati e prima di vedere una Ducati stradale elettrica saranno necessari sostanziali passi avanti nella progettazione delle moto elettriche, in particolare delle batterie. Secondo Chinnock, ma lo aveva già anticipato Claudio Domenicali a suo tempo, il punto di svolta sarà rappresentato dalle batterie allo stato solido poiché permetteranno un sensibile aumento di densità energetica e al contempo una riduzione di peso, due degli aspetti più limitanti per le moto elettriche attuali.
Il timore di Ducati è chiaro: dare vita a una moto elettrica che non riesce a reggere il confronto con la controparte endotermica, per di più sapendo quanto sono esigenti i clienti Ducati. La moto dovrà essere veloce e scattante, senza però dimenticare una corretta distribuzione dei pesi, il tutto con un'autonomia sufficiente a consentire lunghi giri domenicali senza doversi preoccupare di gestire l'erogazione.