DR multata di 6 milioni di euro: le auto sono cinesi e non italiane

L'Autorità Garante multa l'azienda per comunicazioni ingannevoli e servizio post-vendita inadeguato; la DR annuncia ricorso.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

La DR Automobiles si trova ad affrontare una sanzione di 6 milioni di euro imposta dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). Il provvedimento è stato preso in risposta alle affermazioni ingannevoli riguardanti il luogo di produzione delle vetture vendute sotto i brand DR ed EVO, erroneamente indicato come l'Italia anziché la Cina. Il controllo sui contenuti promozionali dell'azienda ha avuto inizio nel 2021. L'AGCM ha osservato che le comunicazioni suggerivano l'Italia come paese di produzione, nonostante i veicoli fossero effettivamente fabbricati in Cina e solo parzialmente rifiniti a Macchia d’Isernia, in Italia.

Oltre a ciò, la sanzione considera anche altre violazioni relative al servizio post-vendita. A partire dal 2022, DR Automobiles non ha assicurato un'adeguata disponibilità di pezzi di ricambio, né una corretta assistenza tramite i concessionari o le officine autorizzate. Inoltre, è mancata l'offerta di una formazione tecnica adeguata per tali entità, compromettendo il diritto dei consumatori alla riparazione e all’assistenza dei veicoli acquistati. DR Automobiles, tramite la sua controllata, DR Service & Parts, ha ora 60 giorni di tempo per notificare all'AGCM le azioni intraprese per interrompere tali pratiche illecite.

In risposta alle accuse, DR Automobiles ha annunciato l'intenzione di contestare la decisione dell'AGCM, sostenendo che la delocalizzazione della produzione in Cina non è mai stata nascosta ai consumatori. A riguardo delle problematiche nel servizio post-vendita, la DR ha messo in evidenza la difficoltà nel reperire pezzi di ricambio, dovuta a problemi nella catena di approvvigionamento globale del settore, in particolare nella fase post-pandemica. Questi ostacoli hanno causato ritardi, ma l'azienda assicura miglioramenti, riportando che nel primo trimestre del 2024 il tempo medio per la consegna dei pezzi di ricambio è diminuito a poco più di due giorni.

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