Dopo le auto elettriche, l'Europa punta ai dazi sul biodisel cinese

Bruxelles alza le difese: nuove barriere doganali contro la concorrenza sleale cinese per tutelare l'industria europea

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

L'Unione Europea si prepara a imporre dazi doganali sul biodiesel importato dalla Cina, in seguito a un'indagine anti-dumping conclusa dalla Commissione europea. I dazi provvisori, che varieranno tra il 12,8% e il 36,4%, entreranno in vigore da metà agosto per proteggere l'industria europea dalla concorrenza sleale.

L'inchiesta è stata avviata lo scorso dicembre dopo un esposto dell'European Biodiesel Board (EBB), che denunciava prezzi artificialmente bassi dei produttori cinesi. La decisione definitiva è attesa per febbraio, con possibile ratifica del Consiglio che renderebbe i dazi effettivi per i successivi cinque anni.

La Commissione ha stabilito dazi differenziati per diverse aziende cinesi:

  • 12,8% per EcoCeres Group
  • 36,4% per Jiaao Group e Zhejiang Jiaao Enproenergy
  • 25,4% per Zhuoyue Group e Longyan Zhuoyue New Energy
  • 23,7% per altri produttori collaborativi
  • 36,4% per le società non collaborative

Il mercato europeo di biodiesel vale 31 miliardi di euro all'anno

Il biodiesel rappresenta un'alternativa rinnovabile ai combustibili fossili nel settore dei trasporti. Tuttavia, l'EBB ha lanciato l'allarme sull'aumento delle importazioni dalla Cina, che nel 2022 ha esportato nell'UE 1,8 milioni di tonnellate, pari al 90% del suo export globale.

L'associazione ha evidenziato gli effetti negativi sulle produzioni europee, citando casi di aziende che hanno dovuto sospendere attività o progetti a causa della concorrenza cinese, come Chevron Renewable Energy Group, Shell, Bo e Argent Energy.

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