Dongfeng fa le regole: ecco cosa vuole in cambio della fabbrica in Italia

Negoziati con l'azienda cinese in stallo. Ostacoli crescenti per il progetto a causa di richieste onerose. Governo in difficoltà nel trovare un accordo.

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a cura di Tommaso Marcoli

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Il governo italiano e la casa automobilistica cinese Dongfeng non hanno ancora raggiunto un accordo per un possibile insediamento industriale in Italia, nonostante mesi di trattative. La questione, riportata dal Corriere della Sera, solleva preoccupazioni sulle condizioni poste dalla Cina per un'eventuale intesa.

Secondo il quotidiano, le richieste cinesi vanno oltre gli aspetti finanziari e industriali, toccando ambiti strategici. Tra queste, emerge la sollecitazione per un ruolo di Huawei nelle infrastrutture di telecomunicazioni italiane, nonostante i sospetti di Washington e Bruxelles sui legami dell'azienda con il governo cinese.

Un'altra richiesta riguarda l'intelligenza artificiale, con la proposta di una mappatura della tecnologia in Italia, ufficialmente per esplorare opportunità di cooperazione bilaterale. Inoltre, il ministro del Commercio cinese Wang Wentao ha chiesto all'Italia di opporsi ai dazi europei sulle auto elettriche, proposta respinta dal governo italiano.

Il progetto di Dongfeng in Italia sembra sempre più in salita.

Il Corriere della Sera sottolinea che lo stesso costruttore cinese nutre dubbi sull'operazione. Il progetto, che prevederebbe principalmente l'assemblaggio di componenti "made in China" con una limitata partecipazione italiana, potrebbe non rappresentare un significativo valore aggiunto per l'economia nazionale.

La vicenda evidenzia le complessità nelle relazioni commerciali tra Italia e Cina, con implicazioni che vanno oltre il settore automobilistico e toccano questioni di sicurezza nazionale e strategia economica.

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