La mobilità elettrica globale ha un chiaro epicentro: la Cina. Mentre il dibattito sull'elettrificazione continua ad animare i mercati occidentali, i costruttori del Dragone avanzano con passo deciso, conquistando quote di mercato e consolidando posizioni strategiche a livello mondiale. L'ultima analisi di Jato Dynamics fotografa uno scenario inequivocabile: su venti costruttori leader nel segmento delle auto elettriche a batteria (BEV), ben dodici provengono dall'impero di mezzo. Non si tratta solo di una prevalenza numerica, ma di una crescita esponenziale che sta ridisegnando gli equilibri del settore, con tassi di sviluppo che in molti casi superano abbondantemente la doppia cifra percentuale.
Il confronto al vertice della classifica continua a vedere Tesla in prima posizione con 1.789.226 vetture a batteria consegnate nel 2023, ma con un preoccupante calo dell'1% rispetto all'anno precedente. Ben diversa la situazione per il colosso cinese BYD, che ha sfiorato il primato con 1.764.992 unità e, soprattutto, ha registrato una crescita del 12%. Il sorpasso, già avvenuto nell'ultimo trimestre del 2023, sembra ormai una questione di tempo su base annuale.
Il terzo gradino del podio globale è occupato da un altro protagonista cinese, il gruppo Geely, che con 832.568 veicoli elettrici venduti e un impressionante balzo del 58% ha superato il gruppo Volkswagen. Il colosso tedesco, fermo a 744.800 unità e in calo del 3%, rappresenta una delle poche realtà occidentali capaci di resistere all'avanzata orientale, pur mostrando segni di difficoltà.
Saic-GM-Wuling completa la top five con 625.000 unità e una crescita del 37%, confermando come i costruttori cinesi non solo occupino posizioni di vertice, ma lo facciano con tassi di crescita che i concorrenti occidentali possono solo sognare. BMW rappresenta una delle poche note positive per l'industria europea, posizionandosi al sesto posto con 426.594 veicoli elettrici venduti e un incremento del 14%. Seguono Hyundai (396.573, +2%), la cinese Gac (392.210, -20%, rara eccezione negativa tra i produttori del Dragone) e Changan (300.000, +43%). Stellantis chiude la top ten con 275.000 unità, registrando però un preoccupante calo del 15%.
Se la prima metà della classifica mostra una forte presenza cinese, la seconda parte della graduatoria rivela un vero e proprio dominio. Dall'undicesima alla ventesima posizione troviamo ben sette costruttori cinesi (Saic, Chery, Nio, Leapmotor, Xpeng, Faw e Xiaomi), contro una sola presenza europea, una giapponese e una statunitense. Particolarmente impressionanti sono i risultati di Leapmotor, startup partecipata da Stellantis, che ha messo a segno un incredibile +108%. Ma il caso più eclatante è probabilmente quello di Xiaomi, gigante dell'elettronica di consumo che in meno di un anno di attività nel settore automotive ha venduto quasi 139.000 esemplari della sua prima vettura elettrica, la SU7.
Questi numeri raccontano una rivoluzione industriale in corso: i costruttori cinesi non solo dominano numericamente, ma mostrano una capacità di crescita e adattamento che mette in seria difficoltà i marchi storici occidentali. La battaglia per il futuro della mobilità elettrica ha un protagonista sempre più definito, e parla mandarino.