I dazi europei NON faranno aumentare i prezzi delle EV cinesi (per ora)

Le Case auto coinvolte escludono rincari sul prezzo di vendita al consumatore in questa prima fase. Almeno fino a fine anno, dopodiché...

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a cura di Tommaso Marcoli

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La Commissione Europea è vicina all'approvazione dei dazi sulle auto elettriche di origine cinese, ma per il momento, diversi costruttori assicurano che i prezzi non subiranno aumenti immediati. Vediamo come i vari marchi stanno reagendo a questa possibile misura e quali strategie stanno adottando per limitare l'impatto sui listini.

Le reazioni dei costruttori cinesi: MG e BYD

Tra i produttori più penalizzati da queste nuove tariffe c'è MG, che appartiene al gruppo cinese Saic. Nonostante l’azienda debba affrontare un'ulteriore tariffa doganale del 35,3%, oltre al 10% già esistente, ha dichiarato che non aumenterà i prezzi delle sue auto elettriche in mercati chiave come Francia e Italia, almeno nel breve termine. Secondo MG, le decisioni sui prezzi vengono prese mensilmente, e nonostante i dazi siano considerati un ostacolo significativo per la transizione del settore europeo verso la mobilità elettrica, la casa automobilistica punta a mantenere i listini invariati.

Un'altra azienda che ha preso una posizione simile è BYD, che si concentra principalmente sui veicoli elettrici, a eccezione della plug-in Seal U DM-i. Anche BYD ha promesso che i prezzi rimarranno stabili almeno fino alla fine dell'anno, dimostrando un certo ottimismo sulla possibilità di una risoluzione positiva delle negoziazioni tra Bruxelles e Pechino.

I marchi europei in Cina: Cupra e le difficoltà della produzione locale

La situazione è più complessa per i marchi europei che producono in Cina, come Cupra. Il SUV elettrico Tavascan viene infatti assemblato in uno stabilimento Volkswagen situato a Hefei, in Cina, e le nuove tariffe potrebbero avere un impatto significativo sul suo prezzo di vendita. Cupra ha definito queste tariffe come "punitive", ma si impegna a fare tutto il possibile per evitare che i costi aggiuntivi influenzino il prezzo della Tavascan, almeno per le consegne programmate nel 2024.

Strategie a lungo termine: il caso Volvo e le opportunità di produzione in Europa

Mentre alcuni costruttori cercano soluzioni temporanee, altri stanno già pianificando strategie a lungo termine per mitigare l'impatto dei dazi. Volvo, ad esempio, ha annunciato la sua intenzione di trasferire la produzione della EX30 dalla Cina all'Europa, precisamente nella sua fabbrica di Gand, in Belgio, entro la prima metà del 2025. Questo spostamento produttivo rappresenta una mossa strategica per ridurre la dipendenza dalla Cina e affrontare le nuove tariffe in modo più efficace.

Volvo potrebbe spostare la produzione della EX30 in Europa

Anche altre case automobilistiche cinesi stanno accelerando i loro piani per aprire impianti di produzione in Europa, seguendo l'esempio di Xpeng, che sta attivamente cercando siti adatti per stabilire una presenza industriale sul continente.

Prospettive future: verso un possibile accordo tra Europa e Cina?

Nonostante l'incertezza generata dai nuovi dazi, c'è ancora speranza per una risoluzione diplomatica tra l'Unione Europea e la Cina. Le trattative per stabilire un meccanismo di prezzi minimi sono in corso, e un eventuale accordo potrebbe evitare un’escalation delle tensioni commerciali e contribuire a stabilizzare il mercato delle auto elettriche in Europa.

La reazione dei costruttori dimostra un impegno concreto nel cercare soluzioni che limitino l’impatto sui consumatori, mentre l'industria automobilistica continua a navigare tra sfide geopolitiche e l’evoluzione verso una mobilità più sostenibile.

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