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a cura di Valentina Acri

Non poche le sfide che il nuovo Ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili si troverà ad affrontare. Il successore di Enrico Giovannini, Matteo Salvini, dovrà infatti portare avanti temi importanti che vanno dall’elettrificazione dei nuovi veicoli fino ai cantieri del nostro Paese.

Da parte del nuovo ministro non sono però mancate “critiche” sulle nuove politiche di elettrificazione finora approvate, confermando la propria posizione piuttosto contraria all’arrivo di numerosi brand cinesi di auto come conseguenza della decisione del Parlamento europeo di vietare la vendita per le case automobilistiche di motori termici a partire dal 2035.

Visto che i geni dell'Europa hanno approvato una norma che mette fuori legge le auto a benzina e diesel dal 2035, è una follia, significa distruggere il settore dell'auto in Italia, significa licenziare a Torino per dare lavoro a Pechino, allora cosa propone la Lega? Se ci darete la forza di andare al governo un bel referendum popolare in Italia per bloccare questa follia. [...] Siano gli italiani a dire "sì" o "no" a un regalo alla Cina. Questa è la capitale mondiale dell’auto: perché bisogna andare in giro con le auto elettriche fatte in Cina, con la prospettiva che i cinesi comprino le nostre fabbriche e i nostri concessionari?, queste le parole di Matteo Salvini a pochi giorni a pochi giorni dalla chiusura della campagna elettorale.

Se la posizione del nuovo ministro rispetto all’elettrico è nettamente chiara, il referendum sarà di difficile, se non impossibile, istituzione dato che ci si trova davanti ad un regolamento europeo e non a una direttiva. A ciò bisognerà affiancare il tema degli incentivi e delle infrastrutture di ricarica, ugualmente difficile da affrontare. Non dimentichiamo che il nostro Paese vanta di un’infrastruttura di ricarica ancora piuttosto indietro rispetto a quella degli altri Paesi europei.

Nel programma del Ministro Matteo Salvini, dedicato all’automotive, non manca un approfondimento destinato ai cantieri. Dopo diversi anni, il Ponte sullo Stretto torna infatti ad essere un argomento di discussione del Ministro delle Infrastrutture.

Se ne parla da 50 anni. Se dopo 50 anni riusciremo a far partire finalmente il cantiere e i lavori, penso che sarebbe un'eccezionale promozione per l’ingegneria italiana nel mondo, come è stato per la ricostruzione del ponte Morandi. Un ponte ex novo ricostruito a tempi di record. Ecco, dopo 50 anni di discussioni sul ponte sullo Stretto, che è solo un pezzo del puzzle, perché poi senza alta velocità ferroviaria in Sicilia e in Calabria il ponte non serve a un fico secco, questa la risposta di Matteo Salvini ad una domanda sull'idea di costruire l’infrastruttura.
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