Guidare un veicolo implica, necessariamente, l’utilizzo del proprio cervello per viaggiare in sicurezza per le strade. Il nostro cervello controlla braccia e gambe per manovrare fisicamente il veicolo; ma se fosse possibile rinunciare al movimento “meccanico” e guidare con il solo pensiero?
L’idea è venuta a Ford, il quale ha di recente depositato un brevetto con un nome decisamente intrigante e fantascientifico: “Chassis input intention prediction via brain machine interface and driver monitoring sensor fusion” (Previsione dell'intenzione dell’input del telaio tramite l'interfaccia del cervello e il monitoraggio dei sensori del conducente). Più in dettaglio, nel documento, il produttore cita testualmente “un metodo per controllare un veicolo utilizzando un dispositivo Brain Machine Interface (BMI)”.
In breve, il brevetto propone di monitorare l'attività delle onde cerebrali per aiutare i sistemi dei veicoli a prevedere cosa potrebbe fare un guidatore. Ad esempio, è in grado di riconoscere l'attività delle onde cerebrali associata alla flessione dei muscoli della mano e del braccio per manovrare il volante. Rilevando le onde cerebrali prima che si verifichi il movimento, l'interfaccia segnala all'auto di prendere le misure appropriate per prepararsi alla svolta.
Come funziona esattamente? Non siamo degli scienziati ma cercheremo di interpretare il brevetto depositato. A giudicare dalle carte, si prevede l’utilizzo di molti computer, sensori, assistenti alla guida e dispositivi specifichi da indossare alla guida. La descrizione del brevetto prende in esame tutti i tipi di parametri per la funzionalità, principalmente facendo riferimento a sistemi di acquisizione dati, sistemi neurali e sistemi di addestramento.
Un domani potremmo avere connessioni neurali con la nostra auto? Complicato a dirsi, soprattutto a livello legislativo considerando che la strada per guida autonoma è ancora di difficile adozione e un sistema di questo tipo uomo-macchina potrebbe riscontrare ulteriori ostacoli.