Crisi di fiducia per il motore ibrido 1.2 PureTech: Stellantis cambia nome

Peugeot abbandona il nome "1.2 PureTech" per il controverso motore, puntando su nuove denominazioni per riconquistare la fiducia dei clienti e rilanciare le vendite.

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a cura di Tommaso Marcoli

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Il gruppo automobilistico Stellantis ha deciso di modificare la denominazione del controverso motore 1.2 PureTech sui modelli Peugeot, eliminando ogni riferimento alla cilindrata. Dal 1° settembre, questi veicoli vengono indicati semplicemente con la potenza in cavalli.

Questa mossa è una risposta alla reputazione estremamente negativa acquisita dal propulsore tre cilindri 1.2, che sta avendo un impatto significativo sulle vendite di auto nuove e usate del gruppo. I problemi di affidabilità di questo motore hanno generato una crisi di fiducia senza precedenti tra i consumatori.

Nonostante Stellantis abbia sviluppato una nuova versione mild hybrid del 1.2 (denominata EB2 Gen3), completamente riprogettata e dotata di catena di distribuzione, i clienti faticano a distinguerla dalla precedente versione problematica. I venditori Peugeot si trovano quotidianamente a dover rassicurare gli acquirenti diffidenti.

Il mal è tale che Stellantis ha dovuto correre ai ripari.

La vecchia versione del 1.2 PureTech con cinghia di distribuzione è ancora montata su alcuni modelli con cambio manuale, come Peugeot 208, 2008 e 308. Tuttavia, i nuovi modelli del gruppo stanno progressivamente adottando il nuovo propulsore con catena.

Impatto sul mercato dell'usato

La cattiva reputazione di questo motore sta avendo ripercussioni ancora più gravi sul mercato dell'usato. I concessionari faticano a vendere i veicoli equipaggiati con il 1.2 PureTech, e persino i marchi concorrenti ne risentono, rifiutandosi di accettare questi veicoli come permuta.

Per cercare di arginare il problema, Stellantis ha introdotto un'etichetta "estensione di garanzia 10 anni - 175.000 km" su tutti i veicoli 1.2 PureTech in vendita attraverso il suo programma di usato certificato Spoticar. Questa iniziativa coinvolge decine di migliaia di auto prodotte fino a giugno 2022 (per i problemi alla cinghia di distribuzione) e febbraio 2023 (per l'eccessivo consumo di olio).

Resta da vedere se queste misure saranno sufficienti a ristabilire la fiducia dei consumatori e a risollevare le sorti di un motore che, nonostante i miglioramenti tecnici, continua a pagare lo scotto di una reputazione fortemente compromessa.

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