Intel continua a portare avanti il suo piano per fronteggiare la crisi dei chip e, per annunciare la nuova strategia, ha scelto il palcoscenico del Salone di Monaco. Il chip maker prevede di effettuare una serie di investimenti consistenti nel Vecchio Continente e pertanto, il salone europeo, è il palcoscenico perfetto per annunciare mosse di questo tipo. Il problema dei chip è esteso a 360 gradi e interessa non solo il comparto dell'elettronica di consumo, ma anche quello dell'automotive.
L'amministratore delegato Pat Gelsinger ha confermato il piano strategico inizialmente previsto con la volontà di creazione due nuovi impianti per la produzione di chip situati in Europa; l’area esatta è ancora in via di definizione ma è probabile che sorgano entrambi nella zona di Baviera. Gli stanziamenti iniziali potrebbero essere ulteriormente estesi siano a raggiungere 80 miliardi di euro entro un decennio. L’obiettivo della società è naturalmente quello di fronteggiare la carenza di semiconduttori sia per il settore dei computer, sia per quello dell’automotive che ha subito di recente diversi arresti proprio a causa di questa problematica. Mentre alcuni produttori hanno dovuto temporaneamente interrompere la produzione, altri si sono trovati nella situazione di eliminare alcuni optional dai listini o tornare alla strumentazione analogica.
Un cambio di mentalità e approccio rispetto agli ultimi anni è pertanto necessaria e l’Europa non deve più essere il “fanalino di coda” per quanto riguarda l’approvvigionamento. Per poter mantenere il passo, è obbligatorio ripensare alle infrastrutture così da anticipare la forte domanda che arriverà nei prossimi anni con le auto elettriche e i relativi sistemi di infotainment ricchi di chip. Intel prevede di dedicare l’intero stabilimento irlandese alla produzione di chip automotive; nei prossimi 10 anni, il mercato dei chip per auto potrebbe arrivare a valere oltre 110 miliardi di dollari.