Cosa succede nel 2035? Ecco il nuovo piano d'azione europeo

Le nuove direttive UE per l'industria auto lasciano ancora molti dubbi. Nessun piano di incentivi europei ma la revisione dei temi sulla CO2 sarà nel 2025

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a cura di Tommaso Marcoli

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L'Unione Europea ha presentato il suo atteso Piano d'Azione per l'industria automobilistica, riconoscendo il settore come pilastro fondamentale dell'economia continentale con un contributo di 1 trilione di euro al PIL e 13 milioni di posti di lavoro. Il documento arriva in un momento cruciale, mentre l'industria affronta contemporaneamente la transizione verso la mobilità sostenibile e sfide competitive globali senza precedenti. Le misure proposte spaziano dagli incentivi coordinati per i consumatori alla flessibilità negli obiettivi di riduzione della CO2, segnando un significativo cambio di rotta rispetto alle rigide posizioni precedenti.

Una nuova strategia per la mobilità sostenibile

Il piano introduce un approccio più pragmatico alla transizione ecologica, mantenendo l'obiettivo dello stop ai motori termici nel 2035 ma aprendo a nuove possibilità. Il commissario per i Trasporti Apostolos Tsitsikostas ha confermato l'apertura verso carburanti alternativi: "i carburanti sintetici hanno un ruolo da giocare nel garantire la neutralità climatica. Valuteremo se altre tecnologie potranno avere un ruolo".

La Commissione proporrà un emendamento che consentirà alle case automobilistiche di raggiungere gli obiettivi di CO2 2025 calcolando la media delle loro prestazioni su un periodo di tre anni (2025-2027), offrendo flessibilità in un momento di transizione complessa per il settore. Parallelamente, dal 2026 verrà introdotta una nuova etichettatura ambientale per le automobili, che includerà informazioni trasparenti sulla provenienza dei materiali e sull'impronta di carbonio generata durante la produzione.

Incentivi coordinati a livello europeo

Una delle novità più rilevanti riguarda il coordinamento degli incentivi per l'acquisto di veicoli sostenibili. La Commissione intende lavorare immediatamente con gli Stati membri per condividere le migliori pratiche sugli schemi di incentivazione, preparando una Raccomandazione che identificherà strumenti economicamente efficienti e fiscalmente sostenibili.

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Il piano prevede anche specifici supporti per gli utenti a basso reddito attraverso schemi di leasing per veicoli a zero emissioni e iniziative mirate alle flotte aziendali, che rappresentano il 60% delle nuove immatricolazioni nell'UE. Per accelerare la diffusione della mobilità elettrica, sono stati stanziati 570 milioni di euro nel biennio 2025-2026 per l'espansione delle infrastrutture di ricarica rapida, con l'obbligo per gli Stati membri di semplificare e velocizzare i processi di connessione alla rete elettrica.

Innovazione tecnologica e guida autonoma

Il Piano d'Azione introduce l'Alleanza Europea per i Veicoli Connessi e Autonomi, un'iniziativa che riunirà i principali attori europei per sviluppare architetture comuni, componenti hardware e software condivisi. Questo progetto sarà sostenuto da investimenti congiunti pubblico-privato di circa 1 miliardo di euro attraverso il programma Horizon Europe tra il 2025 e il 2027.

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La Commissione intende stabilire un quadro normativo armonizzato per i test e l'omologazione dei veicoli autonomi, facilitando l'introduzione di modelli con sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS). Parallelamente, verranno introdotte nuove normative per la cybersecurity dei veicoli connessi, includendo standard per proteggere i dati e prevenire attacchi informatici.

Risposta alla concorrenza cinese

Di fronte alla crescente pressione competitiva della Cina, il piano prevede un monitoraggio attento delle importazioni di veicoli elettrici e la possibile introduzione di nuove misure anti-dumping. Gli investitori non europei potrebbero essere soggetti a condizioni più stringenti, simili a quelle imposte dalla Cina agli operatori stranieri, come l'obbligo di costituire joint venture con aziende europee o di trasferire tecnologie.

Parallelamente, l'UE promette una semplificazione normativa con una revisione delle procedure di omologazione per ridurre i tempi di approvazione dei nuovi modelli, aumentando la competitività delle aziende europee.

Le reazioni dell'industria e della politica

Il piano ha suscitato reazioni contrastanti. L'ACEA (Associazione costruttori auto europei) ha accolto positivamente la flessibilità proposta per gli obiettivi di CO2, definendola "un gradito primo passo verso un approccio più pragmatico alla decarbonizzazione", ma ha evidenziato la mancanza di un impegno esplicito per avviare la revisione degli standard di CO2 per i veicoli pesanti.

La CLEPA (Associazione dei produttori di componentistica) ha apprezzato l'indicazione di anticipare al 2025 la revisione delle normative sulla CO2, ma ha sottolineato che "il testo del Piano d'azione non contiene impegni concreti" e ha sollevato interrogativi su come verrà implementata nella pratica la neutralità tecnologica.

Sul fronte politico italiano, i ministri Adolfo Urso e Matteo Salvini hanno celebrato il piano come una vittoria delle posizioni espresse dall'Italia nei mesi precedenti. Urso ha dichiarato che "abbiamo costretto la Commissione a rimuovere la trappola delle multe e ad anticipare la revisione del regolamento CO2", mentre Salvini ha evidenziato il successo nell'ottenere la revisione della legge sul bando dei motori termici.

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