Cosa potrebbe succedere agli Autogrill dopo 63 anni di servizio

Grandi novità per Autogrill SpA, la multinazionale italiana potrebbe cambiar volto e con lei anche le numerose e storiche sedi.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Almeno una volta nella vita vi sarà capitato di fermarvi in uno dei numerosi, oltre 140 Autogrill sparsi lungo le nostre autostrade italiane; rappresentano per gli automobilisti una tappa quasi obbligatoria quando si intraprende un viaggio di media o lunga percorrenza ma ora, complice un accordo con Dufry, una società che opera nel servizio della ristorazione e dei viaggi, la situazione potrebbe drasticamente cambiare.
 

Storia 

Autogrill (S.p.A) è una multinazionale italiana che opera nel settore dei servizi di ristorazione da oltre 60 anni. Presente in 30 Paesi, con oltre 31mila dipendenti, gestisce più di 300 brand in circa 3.800 punti vendita in 950 siti. È possibile trovare un Autogrill all’interno di aeroporti, stazioni ferroviarie, centri commerciali e lungo le autostrade. 

Per fornire un paio di numeri e contestualizzare meglio l’attività, nel 2020 il Gruppo Autogrill ha registrato ricavi per 2 miliardi di euro con un netto di poco inferiore ai 500 milioni di euro. 

La nascita di Autogrill deriva da un lavoro sinergico con tre aziende alimentari che hanno giocato un ruolo chiave: Motta, Pavesi e Alemagna. Nel 1947 nasce quindi il primo autogrill, ma è necessario attendere tra gli anni ‘60 e ‘70 per la comparsa del primo storico “edificio a ponte” e per la fondazione della società; azienda che, per inserirsi rapidamente all’estero, ha rilevato negli anni ‘90 la francese Les 4 Pentes e la spagnola Cepsa, due realtà che operavano nel settore della ristorazione dei corrispettivi paesi. Nonostante la presenza di società private, Autogrill rimase controllata da SME finanziaria di IRI (Istituto per la ricostruzione Industriale). 

Verso la fine degli anni ‘90, Autogrill diventa privata e come azionista di maggioranza c’è Schema34, una controllata del Gruppo Edizione finanziaria della famiglia Benetton. Con la quotazione in Borsa, Benetton continua la crescita in Europa arrivando in Germania, Belgio, Austria e Paesi Bassi. Tra gli anni 2000 e il 2010, Autogrill acquisisce numerose società sparse in tutto il mondo, anche di notevole importanza come HMS (Host Marriott Services, leader in America nella ristorazione negli aeroporti, sulle autostrade, nelle grandi stazioni e nei centri commerciali), diventando a tutti gli effetti un colosso su scala mondiale. 

Nel maggio del 2013, Autogrill entra nel mercato russo sottoscrivendo un accordo con le società Novikov Group e Ginza Project, posizionandosi anche all’interno dell’Aeroporto di San Pietroburgo. Sempre nello stesso anno, l'attività di Travel Retail e Duty Free è scissa da Autogrill portando a quotazione separata della World Duty Free; società che nel 2015 verrà ceduta per 1,3 miliardi dalla famiglia Benetton al Gruppo svizzero Dufry. 

Per chi non lo sapesse, Dufry è una società svizzera con sede a Basilea che opera nel settore con circa 1.700 negozi duty-free e duty-paid; fondata nel 1865, fornisce impiego per oltre 36mila persone in più di 60 Paesi. 

Cosa succede ora 

Come accennato, la maggioranza del marchio Autogrill è gestita dalla holding Edizione, di proprietà della famiglia Benetton, la quale però non ha rinnovato gli storici accordi. Nelle prossime settimane, la partecipazione (50,3%) verrà ceduta al Gruppo svizzero Dufry, passaggio che consentirà alla famiglia Benetton di detenere fino al 25% delle quote della nuova società che si formerà.  

Nascerà un colosso del commercio al dettaglio per i viaggiatori, con 5.500 punti vendita, 60.000 dipendenti e un giro d’affari di 13,6 miliardi. 

Alessandro Benetton ricoprirà un nuovo incarico come all’interno del Consiglio di Amministrazione, Gianmaria Tondato Da Ruos sarà il Presidente Esecutivo di tutte le attività nordamericane, mentre Enrico Laghi e Paolo Roverato saranno i nuovi Vicepresidenti. Xavier Rossinyol sarà, infine, il CEO del nuovo Gruppo e Juan Carlos Torres Presidente Esecutivo. 

La nuova società sarà operativa dal prossimo anno, dal 2023, e non è detto che gli Autogrill, per come li conosciamo, rimangano tali. La nuova società, con radici non italiane, potrebbe portare ad un cambio di veste e contenuti ed eliminare, pertanto, anche tutti quei prodotti tipici che troviamo oggigiorno nei nostri Autogrill. Si potrebbe arrivare quindi ad una sorta di “livellamento” tra tutti i punti di vendita.  

Se così fosse, si tratterebbe di un vero smacco in quanto questi punti di ristoro rappresentano un vero e proprio pezzo di storia dell’Italia; sebbene i prezzi, siano decisamente più alti di quelli che possiamo trovare nelle varie reti di centri commerciali, l’Autogrill offre sempre il prodotto giusto al momento giusto.  

Dufry Autogrill, le nozze nel 2023

L'accordo tra Autogrill e Dufry porteranno sinergie di costo per 85 milioni e una crescita del fatturato tra il 7–10 per cento nel periodo compreso tra il 2023 e il 2024, ovvero quello iniziale di transizione. Il gruppo svizzero Dufry ha presentato, nelle scorse ore, il suo piano "Destination 2027" stimando una crescita del turnover del 5-7% nel periodo 2025-2027. Per quanto riguarda l'azionariato della nuova società, la stima resta confermata per Edizione, che avrà tra il 20% e il 25% della nuova società, Advent al 10,1%, il fondo sovrano del Qatar all'8%, la cinese Alibaba al 7,7% e Richemont sotto il 5%.

I competitor in Italia 

Nel nostro Bel Paese, nel mercato della ristorazione autostradale, non è presente solo Autogrill con le sue 140 sedi, ma anche Gruppo Sarni (23 sedi), Chef Express (Gruppo Cremonini, 20), Finifast (10), MyChef (Gruppo Elior, 9) e Ristop (Save, 11). 

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