I consumi globali di benzina probabilmente non torneranno mai ai livelli del 2019: è questo il dato emerso dall’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) relativo allo scenario del mercato del petrolio.
Non possiamo di certo dimenticare come la pandemia da Covid-19 abbia modificato, ed in alcuni casi stravolto, le abitudini dei cittadini e conseguentemente anche la stessa mobilità. Non a caso, le differenti restrizioni che i Governi hanno ritenuto fondamentali al fine di contrastare la diffusione del virus nel corso del 2020, hanno avuto un forte impatto sul sistema di trasporto. Un ruolo importante nel deprimere la domanda di mobilità dei cittadini è stato soprattutto giocato da fattori come la digitalizzazione di alcune attività, sia lavorative, educative che commerciali. A tal proposito, la nuova dinamica dei comportamenti di mobilità ha visto una permanente riduzione della domanda di spostamenti casa/lavoro che ha portato ad un decisivo fermo delle vetture, con conseguente riduzione del consumo globale di benzina.
Come sottolineato dall’IEA, durante lo scorso anno, il consumo globale di benzina è diminuito di 2,9 milioni di barili al giorno, da 26,6 a 23,7 milioni di barili; con una conseguente risalita dei consumi da circa 2,2 milioni di barili prevista nel corso del 2021 e nel 2022. Nonostante le previsioni facciano emergere la ripresa, secondo quanto preannuncia l’Agenzia internazionale dell’energia, la curva dei consumi globali si appiattirà e non ritornerà mai più ai livelli pre-Covid: nell’ultimo anno dello scenario della IEA, fissato al 2026, il consumo di benzina sarà di 690.000 barili al giorno, inferiore a quello del 2019.
Inevitabilmente, sia lo sviluppo di motori più efficienti dei veicoli elettrici che l'effetto di crescita della diffusione dei motori diesel stanno pian piano portando ad una diminuzione dell’uso di benzina. Non possiamo dire lo stesso per il petrolio che, a differenza della benzina, è ancora in fase crescente. Anche in tal caso, la pandemia ha fatto rivedere le stime al ribasso ma, stando alle previsioni, nel 2023 si tornerà ai livelli del 2019.
Il forte rally del petrolio a quasi 70 dollari al barile ha spinto a parlare di un nuovo superciclo e di un'incombente carenza di offerta. Ma i nostri dati e le nostre analisi suggeriscono il contrario, ha spiegato l’IEA.
Prendendo in analisi la situazione, risulta evidente come i prezzi stiano salendo per una questione di equilibrio tra domanda e offerta. La stessa agenzia ha più volte ribadito come "La prospettiva di recupero della domanda post-pandemia e la continua restrizione della produzione indicano un ulteriore calo delle scorte durante la seconda metà dell'anno ed è per questo che i prezzi stanno salendo".