Con una mossa da 1 miliardo di dollari, BYD aggira i dazi dell'Europa

BYD intende costruire una fabbrica di auto elettriche in Turchia per evitare i nuovi dazi sulle importazioni.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Il gigante cinese dell'auto BYD sta valutando di espandere la sua produzione di veicoli elettrici in Turchia, come riportato dall'agenzia Bloomberg. Questo piano seguirebbe la già annunciata costruzione di uno stabilimento in Ungheria, progettato per essere operativo nel 2026. La scelta della Turchia, strategica per la sua posizione tra Europa e Asia, mira a evitare i pesanti dazi doganali imposti dall'Unione Europea sulle importazioni automotive dalla Cina.

Secondo fonti anonime del governo turco citate da Bloomberg, la nuova fabbrica potrebbe sorgere nella provincia di Manisa e comportare un investimento di 1 miliardo di dollari. Benché i dettagli sui modelli che verranno prodotti e la capacità produttiva rimangano confidenziali, si prevede che le operazioni possano avere un impatto significativo sul mercato europeo.

L'iniziativa appare come una risposta alle politiche tariffarie dell'UE, che recentemente ha introdotto una tassazione addizionale del 17,4% sui veicoli importati dalla Cina, che si aggiunge al preesistente dazio del 10%. Di conseguenza, la mossa di BYD potrebbe offrire un notevole vantaggio competitivo, consentendo all'azienda di offrire i suoi prodotti a prezzi più concorrenziali.

Uno dei modelli che potrebbe beneficiare di questo nuovo assemblaggio europeo è la BYD Seagull, una vettura elettrica economica che l'azienda prevede di lanciare anche in Italia dal prossimo anno. La scelta di produrre in Turchia si colloca in un contesto di rinnovato interesse per l'integrazione economica tra Ankara e Pechino, seguita a un incontro tra il presidente turco Recep Tayyair Erdogan e il presidente cinese Xi Jinping, che ha visto la ritirata di precedenti piani tariffari analoghi da parte della Turchia.

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